Roma, liquido tossico sul Lungotevere: la procura sequestra l'area, per anni fu parcheggio mezzi Ama

Roma, liquido tossico sul Lungotevere: la procura sequestra l'area, per anni fu parcheggio mezzi Ama
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Venerdì 29 Gennaio 2016, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 21:11

Da anni gli abitanti della zona denunciavano l'odore nauseabondo e il rumore degli autocompattatori che lavoravano 19 ore al giorno. Una vicenda, quella del Lungotevere Arnaldo da Brescia, nel cuore della Capitale, che alcuni mesi fa è approdata in Procura ed ora ha portato al sequestro dell'area per la presenza di percolato, il liquido tossico frutto dello smaltimento dei rifiuti. «Area sottoposta a sequestro giudiziario. È fatto divieto a chiunque di introdursi» è la scritta che compare nell'area interdetta dove sono stati rimossi i mezzi dell'Ama. 
 



Ma è la stessa municipalizzata in serata a puntualizzare che «non vi è alcun pericolo per l'ambiente o la salute» dato che le aree di trasbordo, come quella sequestrata, «vengono lavate e sanificate ogni notte». Per il presidente Daniele Fortini queste stazioni «svolgono una funzione essenziale per la raccolta dei rifiuti e il decoro della città di Roma». E avverte i cittadini che hanno presentato l'esposto: «Così compromettete gli sforzi di Ama». L'area è di alcune decine di metri si trova nel tratto di strada a pochi metri dal ponte Regina Margherita nella direzione del palazzo della Marina e ad una manciata di metri dalla centralissima piazza del Popolo. Il traffico veicolare non è stato bloccato ma è stato chiuso al passaggio una ampia fetta del marciapiede dove prima sostavano gli autocompattatori dell'Ama. Il gip del Tribunale di Roma ha dato l'ok a porre i sigilli ad un tratto di Lungotevere anche per il forte inquinamento acustico.

Per questa situazione, che si trascina da anni, erano arrivate anche le proteste da alcune ambasciate che si trovano nella zona. In particolare le sedi diplomatiche di Uruguay e Colombia dichiararono di non essere più in grado di fare ricevimenti per evitare di far sentire la puzza che arrivava dalla strada ai propri ospiti. Lì vicino, sulla piattaforma galleggiante di fronte all'area ora posta sotto sequestro, su lungotevere Arnaldo da Brescia, ha sede l'associazione Marevivo. Carmen Di Penta, direttore generale dell'associazione spiega che «i mezzi sono andati via tre giorni fa, stavano lì dall'agosto del 2014 e lavoravano senza sosta: i rifiuti venivano compattati e così fuoriusciva il percolato». «Una situazione infernale - osserva il direttore generale di Marevivo - con roba e liquidi che cadevano per terra per via di questa lavorazione. Inoltre in questa zona non ci sono tombini e i liquidi si raccoglievano a chiazze e scendevano lungo la rampa dello 'Scalo de Pinedò. È una cosa abbastanza grave quanto accaduto che rientra nei reati ambientali». Il provvedimento del gip Massimo Pierazzi è arrivato su richiesta della Procura di Roma che nel luglio scorso aveva avviato una indagine dopo l'esposto di alcuni cittadini sull'attività svolta dai compattatori dell'Ama in particolare sui pregiudizi per la quiete dei cittadini della zona «Le indagini - afferma l'avvocato Antonello Giudice, che assiste alcuni abitanti - hanno confermato come la presenza dei compattatori, non solo sia fonte di disturbo della quiete dei residenti, ma sia anche causa di fuoriuscita di liquidi nauseabondi, il provvedimento del Gip pone fine, speriamo definitivamente, a una situazione indecorosa e dannosa non solo per i residenti e per coloro che lavorano in tale area ma per l'immagine stessa della città»

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