Ristoranti da riaprire subito senza rischi: corsa contro il tempo nei locali di Frosinone

Ristoranti da riaprire subito senza rischi: corsa contro il tempo nei locali di Frosinone
di Gianpaolo Russo
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Giovedì 14 Maggio 2020, 13:16

Corsa contro il tempo per la riapertura dei ristoranti. A Frosinone i ristoratori si stanno preparando per aprire le porte ai clienti, già da lunedì prossimo, con le nuove norme di sicurezza anti Covid 19 e con un unico comun denominatore: si al distanziamento e alla riduzione dei coperti no alle barriere in plexiglass tra i tavoli. A Frosinone, infatti, chi ha gli spazi fuori avrà una chance in più, gli altri si adegueranno riducendo il numero di tavoli e di conseguenza quello dei clienti.

Le posizioni - Ma tra quelli intervistati nessuno, proprio nessuno, intende posizionare pannelli divisori in plastica al centro dei tavoli come distanziatori così come si è visto già in alcuni locali. Vediamo allora come alcuni ristoranti si stanno preparando alla fase 2, quella della riapertura. «Noi – spiega Giacinto Sellari dell’omonima trattoria di via Del Cipresso – abbiamo eseguito la sanificazione dei locali ed eliminato molti tavoli all’interno per garantire le distanze. A fronte di 70 coperti ne farò 20 più qualcuno fuori in terrazza. Da martedì sarò aperto».

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«Noi siamo fortunati che abbiamo spazi larghi sia dentro che fuori – spiega Ennio Scaccia del ristorante Mbriachella – ma se ci costringono a mettere il plexiglass preferiamo non aprire proprio e continuare a lavorare solo in modalità asporto. Di solito tra dentro e fuori arrivo a 250 coperti ma visto il momento ci accontentiamo di arrivare ad una cinquantina di clienti, almeno nella prima fase».

Gli spazi esterni - Al lavoro dopo un lungo periodo di fermo anche Plinio dell’omonimo ristorante di pesce di via Paleario: «Stare dietro alle direttive del governo  è da impazzire. Nessuna barriera, sfrutterò lo spazio esterno visto che andiamo incontro alla bella stagione. Il problema è uno solo: se vengono persone dello stesso nucleo familiare le posso far sedere abbastanza vicine altrimenti no. Che faccio devo chiedere lo stato di famiglia ai clienti? In una prima fase penso che le tavolate di amici o di colleghi n9on si potranno fare: mi vengono dieci persone se ognuno deve stare a distanza di almeno un metro quanto spazio mi serve? Pertanto sto preparando principalmente tavoli da due o da quattro».

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«Ieri (martedì ndr) - spiega Marco Paniccia del ristorante 3 Punto 0 di viale Tevere - abbiamo provveduto alla sanificazione sia interna che esterna del locale. Con l’ozono la ditta specializzata ha sanificato tutte le parti comprese sedie e tavoli, climatizzatori. Ci stiamo preparando anche se lavoreremo al 90% all’esterno visto che abbiamo ampi spazi. No al plexiglas tra i tavoli mentre al bancone ed alla cassa abbiamo installato 5-6 metri di plexiglass per garantire la sicurezza. Sulle tavolate penso sia impossibile realizzarle perché per garantire il distanziamento servirebbe troppo spazio».

I dubbi - C’è chi ha parecchi dubbi e non nasconde i timori di andare incontro a spese eccessive a fronte di miseri guadagni. L’osteria Panzini a Madonna della Neve è una di queste. Lo chef, salito alle cronache locali per la protesta di qualche settimana fa (voleva dare fuoco al suo locale), ora è combattuto tra una riapertura al buio o restare fermo.

«A provare ci proviamo – spiega il suo stretto collaboratore Giuseppe Caprara - metteremo una ventina di tavoli fuori. Ci sono però molti dubbi e forse ci si fa meno male a restare chiusi del tutto che non a lavorare al 20%. Le spese fisse sono sempre le stesse e i guadagni saranno ridotti. Il rischio è quello di lavorare per rimetterci. Forse sarebbe meglio restare chiusi ed aprire quando si potrà tornare alla normalità. Comunque ci proveremo perché almeno all’inizio il tentativo va fatto».

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