Omicidio di Perugia, ecco la svolta
Valerio: «Ho deciso. Adesso parlo io»

Omicidio di Perugia, ecco la svolta Valerio: «Ho deciso. Adesso parlo io»
di Egle Priolo
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Venerdì 17 Maggio 2013, 21:30 - Ultimo aggiornamento: 23:13
PERUGIA - Adesso parlo io. Tre parole che dal carcere di Capanne volano verso via Fiorenzo di Lorenzo, sul tavolo del sostituto procuratore Antonella Duchini.

Perché adesso anche Valerio Menenti vuole essere ascoltato. Il tatuatore di 26 anni, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Alessandro Polizzi e del ferimento di Julia Tosti, è infatti pronto a raccontare per la prima volta la sua verità.

Il padre Riccardo, 54 anni, accusato di essere l’esecutore materiale di quello che sarebbe dovuto essere (secondo la ricostruzione di polizia e procura) un duplice omicidio, ha cambiato versione e ha scelto di raccontare al pm che, sì, quella sera lui è entrato in casa, ma non con l’intenzione di uccidere. Durante l’interrogatorio di garanzia, Menenti senior aveva escluso di essere coinvolto nel delitto, ma con l’arrivo delle prove della scientifica che lo hanno collocato sulla scena del crimine, ha rinunciato anche a chiedere la scarcerazione e ha deciso di raccontare quella notte. In cui sarebbe arrivato senza pistola, ma solo con lo svitabulloni con cui ha lottato contro Alessandro. L’arma, invece, secondo il suo racconto, sarebbe stata nella casa al terzo piano di via Ricci. «Ho visto un luccichio, un bagliore, ho pensato a un’arma e mi sono difeso», avrebbe raccontato al pm e al capo della squadra mobile Marco Chiacchiera. Ma anche in questo caso, sembra che la scienza gli debba dare torto. Perché sulla Beretta 9 millimetri 1934 non ci sarebbero impronte da disarmo: nessuna lite per allontanare l’arma, nessuna colluttazione ma solo le tracce di una persona che ha sparato. Con tanto di polvere da sparo sulle mani di Riccardo.

Sulla sua posizione si ritornerà, adesso, solo dopo che Valerio avrà parlato con il pm. A confermare questa scelta, direttamente l’avvocato Massimo Krogh, che assiste padre e figlio insieme a Luca Patalini e Alessia Papi. «Chiederemo che anche Valerio sia ascoltato - spiega il legale -. Per fornire la sua versione e dare chiarimenti su tutta la vicenda». Contro Valerio pesano le minacce, la telefonata intercettata da una commessa in cui avrebbe ordito il piano di morte e il nodo della chiave del portone che avrebbe dato al padre. La richiesta sarà inoltrata già all’inizio della prossima settimana. E dopo questo incontro i legali, come ha anticipato l’avvocato Krogh, tireranno le fila anche per la posizione del padre.


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