Omicidio di Perugia, è passato già un anno
«Guerriero è dura senza di te»

Omicidio di Perugia, è passato già un anno «Guerriero è dura senza di te»
di Egle Priolo
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Giovedì 27 Marzo 2014, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 09:57
PERUGIA - Arrivano alla spicciolata. Fa troppo male entrare ancora in quella chiesa per ricordarsi che lui non c’ pi.

Si avvicinano piano, c’è chi entra, fa il segno della croce, guarda e poi esce sussurrando. C’è chi si attarda fuori, una sigaretta per nascondere la tristezza, un abbraccio o una pacca maschia per non dimenticare che lui era il più forte di tutti. E poi c’è lei, Julia. All’inizio in disparte, accanto al papà. Ma quando le lacrime iniziano a scendere che neanche hanno smesso di suonare le campane, gli amici si stringono intorno a lei. La sopravvissuta. L’inconsolabile compagna del Guerriero.

Perché Ponte San Giovanni, ieri pomeriggio, si è raccolta intorno alla famiglia Polizzi per ricordare Alessandro, strappato al sonno e alla vita da un colpo di pistola un anno fa. Julia era con lui quella notte. E gli rimane accanto anche oggi, cercando di ricomporre le schegge in cui si è infranta la sua vita un minuto dopo le tre del 26 marzo.

È passato un anno e centinaia di amici si sono ritrovati nello spiazzo della chiesa di San Bartolomeo, a pochi metri dall’immenso murales che ricorda Alessandro da guerriero: pugni chiusi, sguardo dritto e fiero. Pronto a combattere. Come fece quella notte per difendere Julia nonostante un colpo di Beretta gli avesse trapassato un polmone.

Nella chiesa cupa non bastano i canti per allentare il dolore. Julia, in mezzo a due amici, è in sesta fila. Piangono tutti. I fazzoletti passano di mano in mano e don Gianluca non ha ancora iniziato. E non basta, a Julia, il giubbotto di pelle per allontanare la sua fragilità. Piange e cerca conforto. Si guarda indietro, cerca uno sguardo. Forse proprio quello che non c’è più.

E il giubbino da dura è solo una corazza. Che nasconde invano il dolore di una ragazzina di vent’anni a cui è stato strappato l’amore troppo presto.

Discreti, come sono sempre stati, i familiari di Alessandro, a ricordare il giorno in cui è uscito di casa dicendo “Vado da Julia” e non è più tornato. E il primo pensiero di don Gianluca, infatti, va a loro. Giovanni, Daniela e il fratello Francesco. Poche parole, quelle del parroco, ma in fondo non c’è molto da dire a una famiglia che perde un figlio in una notte di disperazione.

«Siamo tutti qui. E siamo tanti - dice don Gianluca Alunni -. Un cuore solo e un unico abbraccio per ricordare chi non c’è più». La stretta alla famiglia, il richiamo all’umiltà e l’invito a «non dimenticare le cose belle». «Ricordare le persone care è importante - spiega -, bisogna porgere la mano a chi ci sta accanto per costruire qualcosa di buono. E Alessandro ci aiuta. È con noi e ha visto le tante cose belle e buone che sono successe in quest’anno».

Accanto a don Gianluca, c’è il vice don Luca Delunghi, il giovane prete che l’anno scorso infiammò la chiesa nel suo addio al Guerriero. «Una predica forte», così la ricorda il parroco. Quest’anno, invece, è il momento del silenzio. Per ricordare le «stelline che sono andate lassù». Ponte San Giovanni piange il suo guerriero. E Julia prega che la sua stella ricominci a brillare.
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