Dieci anni senza Alessandro Polizzi, la famiglia: «Ancora sogniamo non sia vero». E Valerio è sempre più vicino alla libertà

Alessandro Polizzi
di Egle Priolo
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Lunedì 27 Marzo 2023, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 18:01

PERUGIA - Dieci anni e un giorno da quella telefonata nel cuore della notte. «Alessandro è morto».
Dieci anni e un giorno dopo, mamma Daniela, papà Giovanni e il fratello Francesco sono andati a trovare Alex al cimitero, non certo solo per l'anniversario ma come abitudine che non li ha mai lasciati, per restare vicini a quel figlio ucciso a 23 anni da un colpo di pistola la notte del 26 marzo 2013 in via Ettore Ricci.

L'omicidio di Alessandro Polizzi per mano di Riccardo Menenti, condannato all'ergastolo, è uno dei fatti di sangue che ha più scosso Perugia: impossibile non passare davanti a quella casa bassa a due passi dalla stazione e non provare ancora oggi quel sapore di acido e pece in bocca pensando a quel corpo accartocciato all'ingresso dell'appartamento di Julia Tosti, la fidanzata da difendere e che ancora oggi, un figlio e una nuova vita, su Facebook ha ancora la foto con Ale.

«Non ci sono addii per noi, ovunque tu sia sarai sempre nel mio cuore – ha scritto Julia alle due di notte del 26, all'ora in cui un'ombra scura entro in casa colpì Polizzi e ferì lei a una mano -. Ad oggi dopo 10 anni che non ci sei più sono certa di una cosa che te Ale sei il mio per sempre. Sempre ti ricorderò e mai ti dimenticherò. La sofferenza, la mancanza è la stessa se non ancora di più ovunque tu sia spero ti arrivi il mio abbraccio. E il mio pensiero rivolto lassù in cielo tra le stelle, quelle più belle».

Un calore ancora più urgente, un amore che brucia sempre più forte, poi, nelle parole che la famiglia Polizzi ha affidato al Messaggero. Un messaggio al figlio e al fratello che non c'è più e che da dieci anni fa sembrare la vita il risveglio da un continuo incubo. «Pochi secondi sono quelli che sovente accade che separino i sogni dalla realtà – scrivono i genitori e il fratello -.

Quando sogni tuo figlio che ti dice che non è vero niente... che te lo dice tuo figlio che è tutto nella tua testa e non è vero che non è più con te.... e in dieci anni lo stesso sogno lo fai decine e decine di volte... Sembra sempre solo ieri e tu non hai mai modo di permettere al tempo di darti il conforto che per natura solo lui ti può dare e allora? Immagini come sarebbe adesso a 33 anni forse sposato e papà... sicuramente sempre sorridente, ottimista, energico e scherzoso. È questo ricordo che voglio dedicare a tutte le persone che in diversi modi e a vario titolo ci hanno aiutato, supportato, consolato e incoraggiato in questi 10 anni volati con le ali di un angelo. Con un'immensa gratitudine, Daniela Giovanni e Francesco».

Parole che toccano nel profondo, ricordando la compostezza e la dignità che la famiglia ha sempre dimostrato nei lunghi anni del processo - entrambi sono nel carcere di Terni - a Riccardo e al figlio Valerio, l'ex di Julia, in ospedale per le botte ricevute da Alessandro mentre il padre uccideva il rivale. La Corte di cassazione, nel luglio 2020, ha confermato l'ergastolo per Menenti padre e ha chiuso a 16 anni e mezzo la condanna per il figlio, considerato dalla procura il mandante dell'omicidio. E Valerio, avendo già scontato i due terzi della pena - si è sempre dichiarato innocente - potrebbe iniziare a chiedere il regime di semilibertà, con l'affidamento in prova distante solo poco più di un anno da oggi.

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