Roma, l’America di Bob Dylan: in mostra paesaggi e visioni a ritmo rock

Da oggi al 30 aprile

Roma, l’America di Bob Dylan: in mostra paesaggi e visioni a ritmo rock
di Laura Larcan
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Venerdì 16 Dicembre 2022, 08:30

«Iniziavo a disegnare qualsiasi cosa fosse a portata di mano. Mi sedevo al tavolo, prendevo una matita e un foglio, e disegnavo: la macchina da scrivere, un crocifisso, una rosa, matite, coltelli, spilli, scatole di sigarette vuote...». Nature morte a ritmo di rock. Lo racconta Bob Dylan, il leggendario musicista, cantautore, premio Nobel, che dagli anni 60 porta avanti la sua passione per il disegno e l'arte, estro e talento che come una osmosi poetica si intrecciano con la scrittura musicale. Allora canzoni, chitarra, armonica e disegni. Ma anche quadri, polittici, sculture. Un altro modo per bussare alla porta del paradiso, verrebbe da dire.
LE ARTI
L'amore per le arti visive è il cuore della bella (sorprendente) mostra Bob Dylan Retrospectrum, organizzata dal Maxxi, visitabile da oggi al 30 aprile, curata da Shai Baitel, che sceglie Roma come prima tappa europea. C'è tanta America nelle opere di Dylan, la sua America, visioni pittoriche di strade, paesaggi, cartelloni pubblicitari di motel e drive in, luci notturne e artificiali, scorci di città, persone. Uno sguardo sulla realtà, poetico ma anche molto cinematografico. Si coglie un'influenza alla maniera di Edward Hopper, ma anche qualche licenza briosa in stile Matisse. Tele, ma non solo da cavalletto, anche in grande formato, che giocano a combinare più pannelli come fossero polittici finestre spalancate sullo skyline di New York o lungo la Route 66 verso San Francisco.

E spicca una chicca, il video del 1965 della canzone icona Subterranean Homesick Blues, dove Dylan mostra dei cartelli con i testi scritti della canzone: quelle stesse parole ad inchiostro su carta sono ora incorniciate in mostra su una grande parete accanto al video. Notizia nella notizia, «l'opera è stata donata al Maxxi dalla Fondazione Black Buffalo di Dylan, si tratta di un video musicale considerato come la Gioconda del genere, una pietra miliare. Gli uffici stanno lavorando per perfezionare la donazione», annuncia il direttore Bartolomeo Pietromarchi. «Dobbiamo guardare a Dylan come ad uno storico - racconta Shai Baitel - lui compie un viaggio e prende nota su tutto: sui concerti, i luoghi, le situazioni che vive, le persone che incontra. La mostra racconta tutto ciò che lui ha vissuto nella sua carriera». Il percorso, in sette sezioni, restituisce al pubblico la multiforme genialità di Bob Dylan. Dai lavori iniziali, passando per il Mondo scritto, in cui sfilano alcuni dei testi più famosi trascritti personalmente da Dylan, come Hurricane, accompagnati da disegni a grafite. E ancora, gli Iron Works, gli oggetti di ferro plasmati a richiamare un mondo nostalgico industriale, la sua New Orleans. Fino alle opere più recenti, nate negli anni del Covid: rappresentazioni visive di immagini di film. ««La mostra vuole esplorare quei misteri della vita che continuano a lasciarci perplessi». Parola di Bob Dylan.

Maxxi, via Guido Reni 4a. Da oggi al 30 aprile
 

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