Rieti, Beni Civici di Vazia, i consiglieri
di minoranza: «Amministrazione
scaduta continua a operare»

Rieti, Beni Civici di Vazia, i consiglieri di minoranza: «Amministrazione scaduta continua a operare»
2 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Settembre 2019, 10:53
RIETI - «Ai Beni Civici di Vazia assistiamo ormai a una situazione paradossale, per usare un eufemismo, rispetto alla quale chiediamo alle Istituzioni preposte di intervenire al più presto». Inizia così la nota dei consiglieri di minoranza dei Beni Civici di Vazia, Carlo Luciani e Ugo Andrea Matteocci

«Dal 1° novembre 2018 - prosegue la nota - infatti, è scaduto il mandato della precedente Amministrazione che, in virtù di una riforma legislativa nazionale e regionale del 2017 che ha trasformato in Enti di diritto privato i Beni Civici, doveva semplicemente rimanere in carica esclusivamente per l’ordinaria amministrazione e per adottare un nuovo Statuto che avrebbe poi condotto a nuove elezioni. In realtà, l’Amministrazione ‘scaduta’ ha continuato ad operare in questi mesi come se fosse pienamente legittimata, assumendo molte decisioni a nostro avviso quantomeno discutibili se non illegittime, e al momento non ha ancora approvato la necessaria modifica dello Statuto. Tutto ciò, a nostro avviso, oltre a esporre i Beni Civici a rischi di danni, potrebbe rappresentare anche una forzatura, se non un vero e proprio abuso».

«Abbiamo già segnalato, sia al Comune che alla Regione Lazio, questa situazione, inviando anche una diffida formale all’Amministrazione dei Beni Civici. Al momento, però, tutto tace mentre ci giungono notizie di ulteriori attività e iniziative assunte dall’Amministrazione che, in teoria, dovrebbe occuparsi solo dell’ordinario. Da tempo, avendo segnalato la situazione, noi non stiamo partecipando alle riunioni dei Beni Civici ma chiediamo con forza, anche pubblicamente, un intervento delle Istituzioni che metta fine a questa condizione anomala e pericolosa. Se le risposte continueranno a non arrivare saremo costretti, come ultima istanza, a rivolgerci alla Procura della Repubblica e all’Anac».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA