Narni. La sorella di Giuseppe Coletti: «Umbria Olii, così uccidono mio fratello ancora una volta»

Narni. La sorella di Giuseppe Coletti: «Umbria Olii, così uccidono mio fratello ancora una volta»
di Francesca Tomassini
3 Minuti di Lettura
Sabato 3 Febbraio 2024, 17:13

IL CASO

NARNI Richiesta di risarcimento alle famiglie delle vittime della Umbria Olii. Lorena Coletti: «E' come se avessero ucciso mio fratello un'altra volta». Non fa sconti la sorella di Giuseppe Coletti, il quarantasettenne narnese che il 25 novembre 2006 rimase vittima di una terribile esplosione mentre stava lavorando in un silos della Umbria Olii a Campello sul Clitunno. Di fronte alle nuove pretese, diciottanni dopo, solo rabbia e dolore. Con Coletti persero la vita anche Tullio Mottini, Vladimir Todhe e Maurizio Manili titolare della ditta che stava eseguendo i lavori. Unico superstite Klaudio Demiri, che allora aveva appena 18 anni. «Mi devono spiegare - continua - cos'ha la Umbria Olii contro questi morti e le loro famiglie, perchè non ci lasciano in pace». A riaprire la ferita, la richiesta di risarcimento recapitata alle famiglie delle vittime nei giorni scorsi. «Ci siamo visti arrivare un plico - spiega Lorena - in cui ci viene chiesto di risarcire la compagnia. Siamo increduli. E' la seconda volta che arrivano a tanto. La prima volta ci hanno chiesto 35 milioni di euro, e non è andata in porto. Non gli è bastato. Ecco che tornano alla carica».

Un fiume in piena. Anche sulle parole di Giorgiomaria Del Papa, figlio di Giorgio Del Papa all'epoca titolare della Umbria Olii e condannato in via definitiva a 4 anni e nove mesi per omicidio colposo, che nei giorni scorsi ha voluto rassicurare sul fatto che eventuali risarcimenti sarebbero comunque devoluti alle famiglie delle vittime. «Cioè - si domanda Lorena - prima ci chiedono i soldi e poi ce li ridarebbero? Che senso ha? Io speravo che proprio Giorgiomaria, che ha due figli piccoli, potesse mostrare più empatia. Ci sono stati 4 ragazzi, figli delle altre vittime, che sono cresciuti senza padre. E invece niente». Il ricordo va a quel terribile giorno. «Quella mattina - racconta - mio fratello aveva salutato la moglie dicendo che in fondo la trasferta di sabato gli sarebbe valsa qualche soldo in più. Ben sedici euro di indennità. E invece non è mai tornato». Una morte orribile. «Giuseppe - continua - è stato sbalzato in aria per decine di metri, la passerella su cui stavano lavorando gli è caduta addosso troncandogli una gamba». Un dolore che non si è mai placato. «Nessuno di loro (Del Papa ndr) è venuto ai funerali - rincara - dopo un anno mia cognata ha ricevuto una lettera, in cui si diceva che probabilmente il dolore si era ormai affievolito. Mi ha chiesto se la stessero prendendo in giro». Nonostante tutto, un auspicio per il futuro. «Alla Umbria Olii chiedo solo di mettersi una mano sulla coscienza, anche se finora non hanno mostrato nessuna pietà. Faccio anche un appello alle istituzioni - chiude - di non lasciarci soli». In merito alla richiesta di risarcimento, era intervenuta nei giorni scorsi la segreteria generale della Cgil di Perugia. «Dopo diciotto anni non c'è ancora pace per le famiglie dei lavoratori uccisi alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno, in una delle più drammatiche tragedie sul lavoro della storia recente della nostra regione e del nostro paese».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA