Un derby senza rischio? Come il whisky con la cannuccia: leggi il commento di Claudio Cagnazzo

Un derby senza rischio? Come il whisky con la cannuccia: leggi il commento di Claudio Cagnazzo
di Claudio Cagnazzo
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Domenica 19 Aprile 2015, 22:17 - Ultimo aggiornamento: 22:18
​Tanto rumore per nulla. La sfida delle sfide. L’onore regionale. La città della cultura contro quella dell’acciaio. La storia che è dalla parte della grande “Perusia” e la cronaca più dura, quella della lotta politica, che è tutta di Terni.

Insomma, grifoni contro fere e due città mobilitate. Carovane di pullman da Perugia e ternani alla riscossa, finalmente di nuovo numerosi allo stadio. E gli altri, tutti davanti alla Tv. Con il gatto al fianco sul divano e la moglie, che di solito confonde il calcio con il rugby, che s’interessa persino al risultato. I bar, poi, pieni di tifo, di fumo, di birre stappate per il giorno della supremazia cittadina.

Infine, al termine di tutto, un derbyno da quattro soldi, con due tiri in porta ed uno sciamare di calciatori spesso senza sostanza. I calciatori, proprio loro,a cui i tifosi avevamo delegato la sacra vendetta, quelli di Terni contro la spocchia del capoluogo, quelli biancorossi per sistemare una volta per tutte questo fatto delle gerarchie, che più è piccolo il territorio e più hanno valore, hanno invece fallito, giocando poco e male, ma soprattutto senza rischiare che, in un derby, è come bere un whisky con la cannuccia, perché potrebbe farti male.
Così, gli attaccanti, sembravano sprovveduti avventori dell’area piccola, mentre i centrocampisti costruivano, più che gioco e occasioni, una sorta di alibi per se stessi: ci siamo, ma non incidiamo. Le difese hanno così trionfato anche se, francamente, visti gli attaccanti è stata una sorta di vittoria di Pirro.

Una delusione, dunque che, al mattino dopo, si leggeva anche nel volto e nel comportamento un po’ così, diremmo “stracco” e intristito dei tifosi. «Comunque, un pareggio utile» ha osato dire un buontempone al bar, seguito da borbottii e occhiatacce. Perché utile non è un aggettivo da derby, che può essere combattuto, drammatico, scorretto, duro, ma utile mai. Una vera sconfitta dialettica quell’aggettivo da spesa al mercato. In ogni caso, la vita continua e, tra un paio di giorni, tutti penseranno alla prossima partita, con il Grifo in fondo ancora quinto e le fere quasi salve.

E il derby si continuerà a giocarlo a distanza, con qualche sfottò e qualche coro pepato dalle curve. Però, diciamocelo, in una giornata di aprile, carica di passione e con i vessilli al vento, tutti si aspettavano qualcosa di più,a Perugia, come a Terni. Sarà per un’altra volta. Tanto il derby è sempre lì: più che una partita, uno stato d’animo perenne.
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