Piracy Shield al via da oggi, come funziona la piattaforma anti-pezzotto: le regole e cosa si rischia

Dopo aver respinto il ricorso anti-provider, è partito il lavoro dello strumento tecnologico che valuterà caso per caso

Serie A, da oggi in funzione il Privacy Shield: come funziona la piattaforma anti-pezzotto, regole e cosa si rischia
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 11:42

La battaglia contro la pirateria nel mondo del calcio ora ha un'arma in più. Da oggi, infatti, è in funzione il Piracy Shiled, la nuova piattaforma contro il «pezzotto» che servirà per individuare i furbetti che cercano di aggirare gli abbonamenti ai canali ufficiali. Negli ultimi anni, la Lega Serie A ha cercato di diminuire questo fenomeno annunciando grande battaglia. Ora è arrivata la prima mossa, con lo strumento tecnologico che valuterà caso per caso le varie situazioni. Come funziona la nuova piattaforma, le regole e i rischi di chi infrange le regole. 

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Come funziona il Piracy Shield

Da oggi è in attività il nuovo strumento che ha accolto grande entusiasmo nella Lega Serie A. In questi anni, il nostro campionato ha suito perdite stimate di circa 300 milioni ogni stagione a causa di tutti quelli che decidono di affidarsi a siti streaming illegali. La nuova piattaforma consentirà il blocco tempestivo delle Iptv su internet. 

Il funzionamento è rigido e lascia poco spazio ai siti illegali. Da oggi i provider autorizzati, registrati tramite un modulo specifico sulla piattaforma, riceveranno da Agcom un indirizzo di accesso. Questo sarà ospitato su un cloud di Microsoft Azure e la connessione sarà protetta da una Vpn (Virtual Private Network).

Un legale dovrà verificare che il provider autorizzato sia effettivamente il titolare dei diritti di una determinata manifestazione sportiva. 

Una volta ricevute le credenziali, il provider potrà entrare nell'ambiente di produzione e poi inviare le informazioni in tempo reale al Garante, che riceverà le segnalazioni e attuerà il blocco. Questa perazione sarà effettuata da circa 1800 Internet Service Provider, a cui si aggiungeranno anche Google e Microsoft

Come avvengono le segnalazioni

Lo scudo contro la pirateria si attiverà in base agli input forniti dai provider autorizzati da Agcom. L'efficacia dei team di lavoro chiamati a individuare i siti sarà testata nei prossimi giorni, con i tecnici che si confronteranno prima, durante e dopo ogni evento per analizzare le segnalazioni. Queste, quindi, saranno prese individualmente, con le trasmissioni illegali che saranno intercettate di volta in volta dagli operatori autorizzati. 

L'azione, però, deve essere il più tempestiva possibile, come auspicato anche da De Siervo a novembre 2023, quando ha parlato appunto del Piracy Shield. L'intervento deve essere il più veloce possibile perché si puà passare dai 45 minuti di un Gran Premio MotoGp alle cinque ore di una finale di un Grande Slam di tennis. I provider autorizzati raccolgono le prove del flusso non autorizzato e, accedendo allo scudo possono caricare gli indirizzi Ip dei siti illegali agevolando le prove. A quel punto la segnalazione arriverà ai provider che bloccheranno i siti. Una volta appurate le prove, sarà compito di Agcom fornire alle Procure i dati relativi i contenuti diffusi, individuando anche i responsabili delle piattaforme e chi ne fa uso. 

Cosa si rischia con la pirateria

Negli ultimi anni le pene si sono inasprite proprio per contrastare questo fenomeno. Ad oggi, infatti, tutti i trasgressori rischiano la reclusione da uno a quattro anni e una multa da 2.500 a 15.000 euro. Queste norme fanno della legislazione italiana una delle più avanzate in questo campo. 

Il tentativo di Assoprovider

Assoprovider ha provato ad opporsi a questo nuovo strumento, ipotizzando una presunta incostituzionabilità della piattaforma relativa al blocco attuato dall'Agcom.  È stata la quarta sezione del Tar del Lazio a bocciare il ricorso il 24 gennaio, spiegando che anche nei confronti dei player più piccoli il tempo di 30 minuti non è sproporzionato, se comparato al contrasto della trasmissione illegale delle partite. Il tempismo in questi casi è fondamentale, dal momento che, prima di quest’ultima soluzione tecnologica, il blocco non avveniva prima di 48-72 ore.

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