Roma, emergenza buche, un dirigente dei vigili: «Chiudiamo le strade così il Comune si deciderà a far sistemare l'asfalto»

Roma, emergenza buche, un dirigente dei vigili: «Chiudiamo le strade così il Comune si deciderà a far sistemare l'asfalto»
di Elena Panarella
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Giovedì 17 Marzo 2016, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 08:45
Centinaia di buche disseminate nei quartieri e i vigili urbani costretti a fare la guardia a quelle considerate più pericolose. Di interventi risolutivi poi neanche a parlarne. Per via di Salone ci sono voluti mesi prima di coprire alla bell'e meglio i dissesti del manto stradale con il cosiddetto asfalto a freddo. Per chi non ne conoscesse le precise funzionalità, è bene precisare, che l'asfalto a freddo è un composto costituito da componenti principalmente bituminose e da sostanze speciali che lo rendono altamente plastico, caratteristica in grado di far sì che il materiale sia adatto anche ai meno esperti. Quindi l'ennesima soluzione tampone.

L'INTERVENTO
Per gli altri casi invece non resta altro che piantonare per ore, in alcuni casi giorni, le buche. E allora come fare? «L'unica soluzione così come è accaduto per viale della Moschea è chiudere le strade per costringere il Comune a fare le riparazioni», dice Gabriele Di Bella, funzionario dei vigili urbani del II Gruppo e storico sindacalista Fiadel. «Ormai con il nostro lavoro siamo passati dalla paletta alla pala - aggiunge Di Bella - a questo punto corre l'obbligo che il Ministero dei Lavori Pubblici avvii una indagine a 360 gradi e ovviamente anche una amministrativa che ripercorra le tappe di questa vera e propria catastrofe». Della stessa idea è l'Ugl. «Così come è accaduto per via di Salone - spiega Marco Milani, coordinatore romano Ugl Polizia Locale - ogni giorno siamo combattuti tra l'impulso di chiudere la strada sia per esigenze di sicurezza che per costringere il Comune a intervenire in tempi rapidi e quello di valutare le esigenze dei cittadini che con una chiusura si scontrerebbero con grossi disagi come è accaduto ai Parioli».
 

IL GIALLO
E proprio nel caso della chiusura di viale della Moschea c'è un piccolo giallo. Martedì per più di un'ora la strada ad un certo punto è stata riaperta e poi richiusa: ora bisognerà valutare chi ha dato l'ordine. Al vaglio ci sono le comunicazioni radio e le localizzazioni delle auto. «Destano scalpore le dichiarazioni del Procuratore Capo di Roma Giuseppe Pignatone, su come il numero dei decessi dovuti alle buche corrisponda al doppio di quelli per omicidio - continua Milani - Tra i tanti filoni di indagine sulla gestione degli appalti e degli affidamenti diretti alle ditte di manutenzione stradale, forse si dovrebbe anche indagare sull'effettiva devoluzione della quota dei proventi contravvenzionali, prevista dall'art. 208 del Codice della Strada».

LE SANZIONI
«In un anno che ha visto elevare contravvenzioni, solo nella Capitale per un importo pari a 250 milioni di euro, dato destinato ad aumentare a 375 milioni per il prossimo anno - continua Milani - risulta difficile giustificare i mancati interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle strade, specie considerando come, un quarto della cifra suddetta, sia destinata per legge a tale scopo. È grave che queste disposizioni di legge il Comune, negli anni, le abbia puntualmente disattese. È un reato perché si tratta di fondi pubblici indirizzati e utilizzati per altri scopi».
 
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