Rieti, Tsm per il Terminillo: via alla fase decisiva del piano

Terminillo
di Giacomo Cavoli
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Martedì 7 Luglio 2020, 07:15
RIETI - Scatta da questa settimana l’ultima fase dell’iter regionale di Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto Terminillo Stazione Montana. Un mese fa, infatti, il 6 giugno - due giorni prima della conferenza stampa di presentazione del “Manifesto per il Sì” al polo di Santa Lucia, alla quale sono seguite le polemiche per l’assenza del Comune di Leonessa e, di seguito, un consiglio straordinario richiesto dall’opposizione leonessana e convocato lo scorso 1° luglio - sono scaduti i termini per presentare le osservazioni al progetto (come quelle depositate dal cartello degli ambientalisti contrari), dando il via, fino a ieri, alla finestra temporale entro la quale i tecnici estensori del progetto (come quelli dei Comuni interessati dal Tsm, ovvero Leonessa, Micigliano, Cantalice e Rieti) avrebbero potuto presentare le loro controdeduzioni. Da ieri, i prossimi 90 giorni saranno invece quelli che più terranno con il fiato sospeso sostenitori e contrari del Tsm, perché a questo punto, acquisiti tutti i pareri di enti e soggetti interessati, la palla passerà direttamente in mano alla Regione Lazio, la quale entro tre mesi dovrà produrre il proprio parere, positivo o negativo, di valutazione dell’impatto ambientale prodotto dal Tsm, ultimo tassello mancante per completare il quadro dei nulla osta già pervenuti a favore del progetto. E fu proprio questo l’ultimo passo che, nel 2015, affondò la visione del Tsm, quando la Regione giudicò il progetto troppo impattante dal punto di vista ambientale, ma senza bocciarlo e rinviandolo solo a quest’ultimo passaggio, quello però più difficile di tutti. Una decisione che spinse il Tsm nei cassetti della Provincia, per essere poi ripreso in mano dall’attuale presidente, Mariano Calisse, insieme al supporto dell’ufficio tecnico di Palazzo d’OltreVelino e dell’attuale consigliere provinciale all’Ambiente, Maurizio Ramacogi, rimodulando pesantemente il Tsm verso un impatto ambientale che la Provincia ha spiegato di ritenere più basso del precedente.

La petizione
In attesa della valutazione, in Regione sono pervenute le 15.400 firme raccolte dal cartello ambientalista - allargatosi da 11 a 19 associazioni - attraverso la piattaforma online Change.org per chiedere lo stop del Tsm. Realizzando il Tsm, per gli ambientalisti, «si consegna la montagna alla monocultura dello sci da discesa invadendo la Vallonina e la sua faggeta secolare con nuove funivie per il collegamento tra le valli, solo perché c’è un finanziamento pubblico di 20 milioni di euro, quando ne servirebbero 50 (e presumibilmente molti di più) da spendere in fretta prima che la neve si sciolga al sole. Questa ingente somma è destinata non certo al restyling di una stazione turistica di montagna che versa da tre decenni in progressivo abbandono, ma a un ambizioso progetto, agli impianti a fune e ai lavori a esso collegati, a quote e a esposizioni non certo adatte allo sci di pista».
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