Regione, Sospiri: «Troppa tensione, era giusto cominciare con questo assetto
ma non escludo cambi in corsa»

Intervista al riconfermato presidente del consiglio regionale abruzzese

Regione, Sospiri: «Troppa tensione, era giusto cominciare con questo assetto ma non escludo cambi in corsa»
di Stefano Dascoli
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Venerdì 12 Aprile 2024, 17:26

«Una doppia sensazione: il clima era meno positivo rispetto alla prima seduta della precedente legislatura, la campagna elettorale sembrava ancora non finita, c’era ancora troppa adrenalina. Invece, in chiave positiva, ho visto Marco Marsilio molto centrato nell’agenda degli obiettivi: mi ha dato un’ottima idea di solidità». Ecco cosa la prima seduta del consiglio regionale, l’altro giorno, ha lasciato al forzista Lorenzo Sospiri, che fino a poche ore prima dell’assemblea sembrava destinato all’ingresso in giunta.

Sospiri, come nasce il “ribaltone” che l’ha portata di nuovo alla presidenza dell’assemblea?

«Questa è una narrazione che non è mai esistita. Io e Roberto (Santangelo, ndr) ci siamo sempre sentiti interscambiabili. Comunemente abbiamo deciso che in questa fase, in cui ci sono ricorsi e non è ancora chiaro chi sia il primo dei non eletti, e in maggioranza ci sono ancora deleghe da assegnare, fosse il caso di iniziare con questo assetto, con una continuità più semplice da affermare. Per Roberto questa è la prima esperienza di amministrazione diretta: essendo stato mio ottimo vice presidente del consiglio oggi avanza con un assessorato molto corposo. Non escludo, però, che possano esserci anche cambi in corsa, ma era giusto sedimentare questo momento di tensione. Non c’era la tranquillità giusta per affrontare i dettagli».

Non è un mistero, però, che le deleghe da assessore che le erano state paventate non l’avevano soddisfatta appieno.

«Non in termini di medaglietta, ma ognuno è tagliato per alcuni ruoli. Non ho la presunzione di saper fare tutto. Il combinato disposto, senza la vice presidenza della giunta, andava riflettuto. Ho chiesto a Roberto di avere più tempo».

Quando dice che non esclude cambi in corsa, sta a significare che potrebbe lasciare la presidenza anzitempo?

«Questo è il mio punto di vista, dipenderà anche da quanto Roberto si sentirà a suo agio nell’assessorato. La storia dimostra che quello che conta è il “girone di ritorno”. In 5 anni succedono tante cose. Non sono l’unico che può fare il presidente del consiglio, ma vorrei far chiudere questa fase costitutiva e poi ragionare con Santangelo, Marsilio e Pagano a equilibri consolidati».

Chi parla di turbolenze dentro Forza Italia dice il vero?

«A parte l’insoddisfazione di una parte aquilana del partito, con cui ho parlato, ovvero Giorgio De Matteis che stimo, che francamente non ho capito fino in fondo, non vedo grandi turbolenze.

Forza Italia è un partito sincero che le rende pubbliche, ma non credo che gli altri siano esenti da assestamenti».

L’elezione non unanime l’ha colpita in negativo?

«Non mi sarei mai aspettato l’unanimità, molti voti da parte dell’opposizione sì e mi è dispiaciuto umanamente che non ci sono stati. Non ho capito il perché: credo che l’opposizione abbia pensato che le crepe in maggioranza fossero più ampie e conclamate. D’Amico dice: “Ci si poteva chiedere prima il da farsi”. Penso che l’80 per cento dell’opposizione conoscesse Sospiri».

In linea generale, c’è stata troppa tensione nel processo di costruzione della giunta?

«Sì, troppa. In quota parte giustificabile e fisiologica».

C’è chi evoca ripercussioni sulle elezioni pescaresi.

«È una sciocchezza, la coalizione di Masci aumenterà il numero dei partiti. Il centrosinistra deve guardarsi bene al suo interno, specialmente nel campo di alcune formazioni moderate. Credo che continuerà a dividersi».

Marsilio ha posto l’accento sul numero esiguo di assessori della Regione e sulla volontà di cambiare la legge elettorale. È d’accordo?

«Due terzi dell’intervento erano sulle infrastrutture e sulle liste d’attesa. Per me, poi, è giusto che si abbia una legge elettorale con collegio unico e alcuni correttivi. Quanto agli assessori, sei sono pochissimi, è evidente. E anche un solo esterno è molto limitante».

C’è una cosa rimasta in sospeso dalla precedente legislatura che vorrebbe fosse affrontata subito?

«La riforma del ciclo dell’acqua».

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