Rieti, rifiuti: si va verso l’autosufficienza

Raccolta rifiuti
di Giacomo Cavoli
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Sabato 8 Agosto 2020, 00:33
RIETI - La Regione Lazio vara finalmente il suo piano di gestione dei rifiuti 2019-2025, che obbligherà tutti i Comuni laziali – incluso Rieti – a chiudere il ciclo dello smaltimento dei rifiuti entro i confini del proprio territorio, secondo i principi di autosufficienza e prossimità. E’ la sintesi dello strumento di pianificazione approvato dal consiglio regionale, che impone ai Comuni di raggiungere il 70 per cento di differenziata entro il 2025, obbligandoli a chiudere il ciclo di smaltimento entro i rispettivi confini e che prevede l’indicazione degli impianti necessari al trattamento e smaltimento delle varie tipologie di rifiuti all’interno delle localizzazioni fornite dalle province, spingendo sull’autosufficienza del Lazio e sulla ripartizione territoriale del peso impiantistico. 
All’interno del piano, la Regione ha poi confermato la suddivisione degli Ambiti territoriali ottimali prevista nel precedente piano del 2012, individuando 5 Ato per la gestione dei rifiuti urbani, coincidenti con i territori delle cinque province, che dovranno essere autonome nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti.

A Palazzo d'Oltrevelino
Uno strumento di pianificazione regionale le cui linee guida dovranno ora essere recepite dall’altrettanto previsto piano provinciale. Lo scorso 5 giugno, Il Messaggero aveva chiesto conto al presidente della Provincia Mariano Calisse di quale fosse lo stato di redazione del piano che Palazzo D’OltreVelino dovrà presentare e approvare per sua parte, per identificare in maniera chiara le aree idonee e non alla realizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti: «Abbiamo terminato la sezione cartografica e georeferenziata e stiamo inserendo quella vincolistica – annunciò Calisse - Terminata in una quindicina di giorni quest’ultima parte, inizierà la valutazione del volume di produzione dei rifiuti per ogni singolo Comune. Dopodiché avremo tutti i dati per passare alla zonizzazione, cioè decidere dove si potranno posizionare determinati tipi di impianti sulla base dei rifiuti che lavoreranno». 
Ora, sembra che la realizzazione del piano sia prossima alla conclusione: «Siamo a buon punto, a settembre sarà pronta una prima proiezione del piano per poter arrivare poi all’approvazione - spiega adesso Calisse a Il Messaggero – Al momento non so’ però dire con certezza quando avverrà la definitiva entrata in vigore». Un piano, quello provinciale, lungamente atteso, fin da quando – ormai due anni fa, nell’agosto del 2018 – esplose la protesta del comitato “I Piani” di Piani Poggio Fidoni contro la centrale a biomassa in progetto vicino al centro abitato e, successivamente, quella del gruppo “La Rotonda” contro l’impianto di biometano di Vazia, ora in attesa della pronuncia del Tar contro la decisione del Consorzio Industriale di revocare l’area che, per lungo tempo, era stata oggetto di pre-assegnazioni e revoche. 
Ultima in ordine di tempo, la seconda protesta di Vazia contro l’impianto di pirolisi per il trattamento della plastica, che attende ora il parere di Valutazione di impatto ambientale da parte della Regione. 
Con la sua approvazione, il piano provinciale dovrà quindi indicare con precisione quali saranno le aree idonee e non, individuate dalla Provincia, per gestire l’installazione di impianti come quelli che, ad oggi, continuano ad alimentare le proteste di intere frazioni e quartieri della città.
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