Rieti, la storia di Aldo Agostini, da quasi mezzo secolo l'avvocato dei lavoratori

L'avvocato Aldo Agostini
di Massimo Cavoli
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Venerdì 23 Giugno 2023, 12:34

RIETI - Una carriera iniziata in uno studio legale di Roma, dove rimbalzava un’aria da giallo poliziesco, quello dell’avvocato Livio Bussa, fratello del più celebre Ubaldo Lay, l’attore che interpretò il tenente Sheridan in uno degli sceneggiati televisivi di maggiore successo prodotti dalla Rai negli anni '60, e poi protagonista di sketch pubblicitari di Carosello dove, sempre vestendo i panni dell’investigatore, risolveva casi intricati.

La storia. Aldo Agostini, 76 anni, romano, per 14 anni giudice di pace, da molto tempo residente a Cascia da dove si sposta per essere presente settimanalmente nelle sedi della Cgil di Rieti e Poggio Mirteto, non ha mai amato i riflettori, preferendo concentrarsi sulle cause a cui non ha mai voluto dare pubblicità, ma non può fare a meno di ricordare quella prima esperienza professionale che lo avvicinò al mondo del lavoro e, successivamente, al sindacato di cui è ormai storico avvocato da decenni.

Il racconto. “Bussa cercava un praticante legale e io mi ero appena laureato, così ebbi subito la possibilità di seguire le cause in tribunale perché all’epoca non era ancora necessario superare l’esame di abilitazione, che ho comunque sostenuto per iscrivermi all’albo di Rieti nel 1975”, racconta il legale, non lontano dal tagliare il traguardo della toga d’oro per i 50 anni di attività. Anno di iscrizione che coincide con la causa destinata a consacrarlo come avvocato dei lavoratori, promossa insieme a un altro collega contro la Scuola di Polizia di Anzio per ottenere migliori condizioni retributive per i familiari, una cinquantina di dipendenti che prestavano servizio nel presidio. “La loro retribuzione veniva calcolata in base al contratto domestici, penalizzante rispetto ai compiti più gravosi che dovevano affrontare quotidianamente - spiega Aldo Agostini - per cui iniziammo una battaglia per ottenere l’adeguamento del trattamento economico a quello previsto dal contratto collettivo applicato ai dipendenti dei pubblici esercizi. Le nostre ragioni furono accolte prima dal pretore del lavoro, poi confermate in tribunale e in Cassazione, una vittoria che suscitò l’interesse di alcuni parlamentari e portò in seguito al varo di una legge nazionale di cui beneficiarono circa 300 mila persone. Erano gli anni dell’applicazione della legge sullo Statuto dei lavoratori varata dal Parlamento (tra i promotori il deputato del Pci Franco Coccia, un altro storico legale della Cgil reatina ndr) e fu dopo quella vertenza che ricevetti da Antonio Arturi, segretario della Camera del Lavoro di Anzio, l’offerta di collaborare con il sindacato, patrocinando cause per vent’anni quando pretore del lavoro era Giuseppe Pellettieri”.

Da Anzio a Velletri, poi Rieti con una vertenza promossa davanti alla Pretura di Poggio Mirteto per l’ottenimento di salari e contributi arretrati in favore dei dipendenti di un mobilificio sabino.

A chiamarlo in via Garibaldi fu direttamente Vincenzo Giuli, segretario provinciale della Cgil, e da allora non ha più smesso di assistere lavoratori e pensionati “perché anche far ottenere la misura dell’accompagno a una persona a cui è stato ingiustamente negata, rappresenta un atto di giustizia, come lo è quello di tutelare chi rimane vittima di torti sul posto di lavoro. La considero giustizia sociale”.

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