Con Leonardi, eletto poco più di un anno fa con appena dodici voti di vantaggio sullo sfidante Cerroni, restano solo in quattro (Vincenzo Angelelli, Marino Desideri, Angelo Giordani e Luca Santori). Pochi, per salvare il Comune dall’ennesimo crac, il secondo in due anni. E dal commissariamento. Un provvedimento che a Poggio Bustone è divenuto di moda e che ne fa uno dei campanili più instabili d’Italia: già nel 2013 il sindaco di allora, Alberto Cerroni, poi scomparso di lì a poco, fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. Si aprì la crisi e dalla prefettura di Rieti arrivò Lorella Gallone.
Oggi si profila uno scenario identico, che culminerà con una nuova contesa elettorale, la terza in sei anni.
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