Le collane diventano maxi per farsi notare

Le collane diventano maxi per farsi notare
di Anna Franco
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Novembre 2023, 06:18

Tutto o niente. Ovvero: ornatevi il collo con qualcosa di estroso, di potente, che possa essere quasi un amuleto , un perfetto, anche squilibratissimo mix tra un’armatura e una gorgiera. Le collane viste sulle passerelle autunno/inverno puntano a non passare inosservate e su quell’effetto coup de théâtre, che ogni tanto piace a tutte sperimentare. Unica accortezza: non esagerare con l’abbigliamento. Una maglia liscia, uno scollo anche profondo, ma geometrico e le tinte unite completeranno il quadro in modo perfetto. 

LE SFILATE 
Le sfilate hanno proposto maxi collane per tutti i gusti e gli stili. E in materiali diversi. Da Bottega Veneta un collier massiccio in argento placcato oro è il giusto completamento a capi scivolati. Il direttore creativo Matthieu Blazy ha detto che la collezione nasce «dall’idea dello strano incontro. Ovvero: persone che incroci per strada, dove non esiste alcuna gerarchia, e ti stupiscono davvero». Magari per un dettaglio particolare e azzardato come può essere un gioiello scultoreo, come il girocollo in resina di Ferragamo: essenziale e nelle sfumature del tramonto. 
Da Schiaparelli i monili che non passano inosservati sono un qualcosa di immancabile, tanto che le stesse collane hanno finito per caricare su di sé, in qualche modo, le funzioni del top, svelando e celando la pelle quasi più egregiamente dei tessuti. Del resto, fu proprio la geniale fondatrice della maison, Elsa Schiaparelli, tra gli Anni Trenta e Quaranta a essere una promotrice (anche) di monili estrosi e di una certa ampiezza, come il famoso girocollo in materiale sintetico dove si muovevano insetti vari, come api, coccinelle, coleotteri e mosche realizzati in metallo colorato. 

IL LUCCHETTO 
Oggi l’attuale direttore creativo della maison, Daniel Roseberry, ha raccontato di «voler creare una moda che non sia massificata» e a questo obiettivo concorrono collane enormi, col simbolo dell’occhio o del lucchetto, che sono leitmotiv anche per bottoni e chiusure di borse, con charm dorati che riproducono labbra con piercing o con elementi naturali come le ostriche, sontuosamente dorate e ricoperte di pietre.

Antonio Marras immagina grandi pendenti a cuore, quasi ricordando a ognuno di mettere sentimento nella propria vita e usandolo come amuleto contro l’odio. Molto meno romantico e da bad girl il choker in pelle con borchie in metallo a contrasto di Blumarine, mentre Diesel utilizza le dimensioni over per mettere a caratteri cubitali al collo il suo logo. Perle e cuori caratterizzano il girocollo di Marco Rambaldi: simboli pacati di un certo tipo di rigore borghese qui vengono resi bold e sovvertiti in chiave punk e ribelle. Da Sportmax come da Uma Wang l’ispirazione è la casualità elegante e sognante della natura. Nel primo caso, un’orchidea è appuntata in quella curva naturale che si trova appena sotto l’orecchio. 

Nel secondo caso quello che potrebbe sembrare a tutti gli effetti il fusto di un fiore si attorciglia sul collo e sulle spalle, inglobando corpo e viso. Dolce&Gabbana hanno pensato a una collezione pulita, sartoriale, estremamente sensuale e illuminata da gioielli ad hoc, che appaiono a dar luce (o almeno ci provano) a sguardi misteriosi, silenzi sospesi, sospiri repressi e a tagli impeccabili. Infine Michael Kors studia un necklace sottile e rigido al quale mette un charm di tutto rispetto: una maxi agata, una pietra che dovrebbe acuire la concentrazione e dare sicurezza, oltre che promuovere introspezione e realismo. Non è dato sapere se lo stilista abbia pensato a tutto ciò ideando questo gioiello, ma è certo che queste sculture vanno esibite con una certa sfrontatezza e la necessaria naturalezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA