Turismo, Italia pronta alla sfida: confini chiusi ai Paesi che bloccano gli italiani

Turismo, Italia pronta alla sfida: confini chiusi ai Paesi che bloccano gli italiani
di Cristiana Mangani
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Domenica 31 Maggio 2020, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 14:26

L'Italia apre ai paesi Schengen e alla Gran Bretagna, ma il Vecchio Continente non ricambia la cortesia, almeno per il momento. I turisti provenienti da questi Stati potranno circolare liberamente dal 3 giugno, senza dover rispettare alcun protocollo, quindi neanche i 14 giorni di quarantena. Per quelli in arrivo dagli altri paesi Ue, invece, la riapertura avverrà dal 15 del mese prossimo, così come è indicato nell'ultimo Decreto del presidente del Consiglio.

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Brucia all'Italia il no della Grecia, che aprirà dal 15 giugno a 29 paesi, ma sta continuando a tenere chiuso ai nostri viaggiatori. Tanto che ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dichiarato che «esige rispetto» dai nostri vicini. Anche perché in gioco ci sono milioni di euro che rischiano di andare in fumo, se le chiusure selettive dirottassero verso altri lidi, flussi turistici solitamente indirizzati a località italiane. «La pazienza ha un limite - ha attaccato ancora il capo della Farnesina - Capisco anche la competizione tra singoli Stati, è legittima, a patto però che sia sana e leale. Se qualcuno pensa di trattarci come un lazzaretto, allora sappia che non resteremo immobili».

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LA MISSIONE
E quindi, il 9 giugno Di Maio si recherà ad Atene, dove il nostro ambasciatore sta già mostrando forte rammarico per le decisioni prese. E lo stesso sta facendo il rappresentante diplomatico a Berlino, dove il ministro sarà il 5 giugno, mentre il giorno successivo andrà in Slovenia. Il nostro paese conta molto sull'appoggio tedesco (la Germania riaprirà il 15 giugno a tutti gli Stati Ue, Italia compresa), anche per il peso che avrà una loro decisione sull'Austria e sui paesi confinanti. Gli incontri avranno l'obiettivo di spiegare che il Paese «è pronto a ricevere turisti stranieri e che agiremo con la massima trasparenza», ha sottolineato ancora il ministro. Qualora, però, le cose non dovessero cambiare, dal 15 in poi, anche la frontiera italiana si richiuderà verso quegli Stati che hanno mostrato scarsa fiducia e nessuna collaborazione.
 



Dietro le decisioni di continuare a tenere i confini chiusi ci sono i numeri dei contagi, soprattutto quelli che continua a registrare la Lombardia. Dati che hanno spinto alcuni - Austria e Svizzera, oltre alla Grecia - a una prudenza che il governo italiano giudica eccessiva. Niente da fare, per ora, anche per l'altra destinazione principale, la Spagna. Madrid ha deciso di tenere chiuso fino al 6 giugno, fatta eccezione per i lavoratori transfrontalieri, residenti, diplomatici, tutti con obbligo di quarantena. In Francia, dove le frontiere con l'Italia sono sempre state aperte, si potrà andare a patto di avere un'autocertificazione e dichiarazione di assenza di sintomi da Covid-19. Anche la Gran Bretagna non prevede restrizioni per gli italiani, ma dall'8 giugno sarà obbligatoria una quarantena di due settimane per chi proviene dall'estero.

Nel frattempo, grande timore per la ripresa della situazione viene manifestato dalle associazioni di categoria Federalberghi e Confturismo: ritengono che tra alcuni Stati si stiano creando accordi per creare «corridoi privilegiati», finalizzati a indirizzare i turisti verso Paesi come la Croazia, la Grecia, la Turchia. A discapito proprio dell'Italia. «Serve una risposta europea - ha ammonito ancora Di Maio - perché se si agisce in maniera diversa e scomposta viene meno lo spirito Ue. E crolla l'Europa». Diversi però continuano a mostrare diffidenza verso la nostra situazione sanitaria. «L'Italia è ancora un focolaio, anche se in alcune regioni la situazione è migliorata», ha dichiarato il ministro della Salute di Vienna, Rudolf Anschober. La Svizzera riaprirà solo il 6 luglio le frontiere con l'Italia.

L'ANALISI
In contemporanea con l'apertura ai paesi Schengen, ci sarà il via libera al passaggio tra Regioni. E il dato che emerge è che, se non dovessero arrivare i turisti stranieri, saranno comunque quelli italiani ad andare in vacanza, soprattutto nel Sud e nelle isole. Secondo un'analisi della Coldiretti, nel mese di giugno si muoveranno per turismo sette milioni di italiani. La speranza viene riposta sul 40% di quelli che preferivano viaggi all'estero e che quest'anno potrebbero decidere, per forza o convinzione, di rimanere nel Belpaese, secondo l'Enit. Una opportunità per il turismo nazionale dopo che - spiega la Coldiretti - durante gli ultimi tre mesi si sono perse, per effetto del lockdown, 81 milioni di presenze turistiche.
 

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