Terni influncer festival, il viaggiatore Barone: «Vi farò emozionare ancora. Basta bici, vado col kayak»

Terni influncer festival, il viaggiatore Barone: «Vi farò emozionare ancora. Basta bici, vado col kayak»
di Lorenzo Pulcioni
3 Minuti di Lettura
Sabato 13 Aprile 2024, 17:21

LA STORIA

«Viaggio per passione e per curiosità. Perchè nella vita bisogna sempre adattarsi e a me piace farlo in ogni situazione». Ospite al Tic Festival Lorenzo Barone, il viaggiatore solitario che ha girato l'Europa e il mondo in sella alla sua bici e da adesso non solo quella. Viene a parlare ai giovani delle scuole di sostenibilità e per raccontare le sue imprese. Con lui la moglie Aygul, conosciuta e poi sposata dopo il viaggio in bicicletta attraverso la Siberia nel 2020, in piena pandemia Covid. «Lorenzo fa quello che gli piace - dice Aygul in perfetto italiano, per nulla preoccupata dei rischi e dei pericoli che il suo giovane marito affronta ogni volta - io ho approfittato per andare a trovare i miei genitori in Yacutia. Per il resto viviamo di base a Bologna anche se sono stata parecchi mesi a San Gemini e anche lì i genitori di Lorenzo mi hanno aiutato a imparare la lingua».

Aygul in Russia dai genitori, Lorenzo a Capo Nord in bici, sci, slitta e kayak. Così hanno vissuto negli ultimi tre mesi prima di ritrovarsi. «E' stato un modo diverso di approcciarsi un po' a quell'ambiente che avevo già conosciuto tempo fa in inverno in Lapponia, ma non in modo così profondo perché in quel caso avevo viaggiato solamente in bicicletta - racconta Lorenzo a proposito della sua ultima impresa in bici, sci, slitta e kayak - l'ultima parte è stata la più dura. Le condizioni d'inverno cambiano rapidamente, è il periodo più instabile dell'anno con raffiche di vento improvvise e l'oceano che cambia aspetto molto rapidamente. Ero da solo su un kayak lungo cinque metri e largo poco più di uno, sulle onde e senza il dispositivo di emergenza che si era rotto». Imprevisti che ormai Barone affronta con grande naturalezza. «La natura va sempre rispettata perchè è molto fragile. Il cambiamento climatico l'ho visto con i miei occhi, dal rallentamento delle correnti oceaniche calde alle lastre di ghiaccio che si staccavano. Gli abitanti di alcune zone dei fiordi ghiacciati dicevano di non aver mai visto una cosa simile. Questo dimostra che dovremo adattarci a quello che viene». La domanda più ricorrente è sempre la stessa: chi te lo fa fare? «La mia è una passione, senza quella non c'è curiosità e non ci sarebbe l'energia per partire. Poi negli anni, grazie ai social, mi sono reso conto che c'erano persone che si ispiravano e prendevano spunto dalle mie esperienze per partire e realizzare i loro sogni. E' qualcosa in più che mi dà la spinta per continuare». E se qualcuno chiede per quanto tempo andrà avanti la risposta non può che essere: «Finchè sarò felice e troverò un senso nel farlo. La bicicletta comincia a starmi stretta e per questo mi sto lanciando in altre attività che mi incuriosiscono. Quelle che mi accendono il fuoco e mi stimolano a partire». Facile intuire che il prossimo viaggio comprenderà il kayak.

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