Terni, allarme povertà. La ricetta della Caritas: «Pane ma anche lavoro»

Terni, allarme povertà. La ricetta della Caritas: «Pane ma anche lavoro»
di Sergio Capotosti
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Venerdì 14 Aprile 2023, 10:37

C'è l'aiuto concreto, quello fatto di prdootti da mangiare, da portare in tavola. Ma c'è anche un'altra forma di aiuto, quella che punta a mettere fine per sempre alla condizione di disagio. Come? Con l'inserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate, i poveri per capirci. È la ricetta della Carita di Terni: pane e lavoro. Più semplice a dirsi che a farsi, ma l'Emporio della Solidarietà in via Vollusiano a Terni è un modello che segue questo schema, grazie anche contributo della Fondazione Carit che sostiene le attività della Caritas.
I numeri confermano che il problema povertà a Terni è più reale di quello che viene percepito. Nel 2022 le persone che si sono rivolte alla Caritas 4.193. Presso l'Emporio della Solidarietà a Terni e ad Amelia sono stati distribuiti 38.134 pezzi di prodotti alimentari (circa 14mila in più rispetto al 2021, pari a +35%). È aumentata la qualità dei prodotti con il fresco, olio d'oliva, affettati e formaggi, che prima non venivano distribuiti, dando prevalenza a cibi a lunga conservazione. In gran parte sono state aiutate le 350 famiglie di profughi ucraini giunte nel territorio, ospiti dei familiari che vivono in Italia e poi attraverso la rete di accoglienza messa in atto nel corso dei mesi successivi. Ma la vera svolta che la Caritas di Terni cerca di imprimere riguarda l'assistenza al lavoro, nel senso delle azioni messe in campo per aiutare le persone svantaggiate a rimettersi in gioco. E l'Emporio della solidarietà non diventa solo il posto dove andare a prendere la roba da mangiare ma una sorta di ufficio di collocamento. «Soddisfatto lo stato di bisogno, è previsto - spiegano dalla Caritas - il supporto di personale specializzato (assistente sociale, educatore, mediatore al lavoro) con una presa in carico sociale e l'accesso ai servizi quali, orientamento al lavoro, servizio di fermo posta, residenza fittizia, distribuzione di indumenti, di farmaci, hub digitale, consulenza legale e segretariato e orientamento per l'accesso a servizi, programmi e prestazioni».
Uscire dalla povertà è possibile, ma servono tempo e risorse. E non servono solo i beni alimentari, anche se restano fondamentali. «Grazie alla messa a disposizione di operatori con formazione professionale specifica - proseguono dalla Caritas - viene avviato un percorso individualizzato volto a promuovere la massima autonomia possibile, si mira a creare un servizio di prossimità integrato e a costruire sicurezza sociale, organizzando una rete strutturata che offra certezza, a tutte le persone e le famiglie, che potranno contare su un sistema di protezione che risponda concretamente ai bisogni sociali, con l'erogazione di beni gratuiti di prima necessità alimentari e non, ma anche attraverso il coinvolgimento dei destinatari del sistema di assistenza nei loro percorsi di inclusione sociale ed economica».
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