Omicidio di Perugia, processo vicino
per Valerio e Riccardo Menenti

Valerio e Riccardo Menenti
di Egle Priolo
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Giovedì 10 Ottobre 2013, 19:02 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 11:55
​Sei mesi e due settimane. Procura e polizia hanno usato tutti i giorni a disposizione per non tralasciare nulla e chiudere con tutte le carte a posto le indagini a carico di Riccardo e Valerio Menenti, accusati della morte di Alessandro Polizzi e del tentato omicidio di Julia Tosti.

Sei mesi e poco più da quel 25 marzo in cui il killer (Riccardo, secondo le accuse) entrò alle tre di notte nella casa in via Ettore Ricci per uccidere il giovane che aveva picchiato Valerio (il mandante, per la procura) e l’ex ragazza che aveva cambiato fidanzato.

Sei mesi partiti dall’intuizione della prima ora («Sono stati padre e figlio, rivali di Alex»), su cui è cresciuto un castello di accuse fortificato da prove scientifiche e testimonianze che nel silenzio il sostituto procuratore Antonella Duchini e la squadra mobile diretta da Marco Chiacchiera hanno cementato fino all’avviso di conclusione indagini notificato a Riccardo e Valerio. Padre e figlio, difesi dagli avvocati Giuseppe Tiraboschi e Manuela Lupo, si sono sempre dichiarati estranei al delitto.

Le prove raccolte, però, incastrererebbero Riccardo: il suo sangue è stato trovato sul luogo del delitto, sulle scale e dentro l’appartamento dove l’assassino ha lottato con Alessandro, già ferito nel buio, dopo che la sua Beretta si è inceppata prima del secondo colpo che avrebbe dovuto uccidere Julia. Tracce sono state trovate anche nel furgone che ha portato Riccardo nella sua casa di Frontignano di Todi dove la polizia ha trovato altri indizi che porterebbero ai Menenti. Contro Valerio, invece, la testimonianza di una commessa che avrebbe ascoltato l’organizzazione del piano di morte. Padre e figlio, insomma, e la loro troppa rabbia, ma non si esclude il coinvolgimento di altre persone che potrebbero essere finite nelle maglie delle indagini.

Adesso c’è solo da attendere. Perché l’avviso inviato dal pm Duchini è solo il preludio alla richiesta di un processo per i Menenti, in carcere da sei mesi, nonostante le richieste di scarcerazione che però i giudici non hanno avallato. Un’occasione anche per padre e figlio di raccontare finalmente la loro verità.
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