Valerio, 26 anni, tatuatore di Ponte San Giovanni, tramite i suoi legali Massimo Krogh, Luca Patalini e Alessia Papi, aveva chiesto di essere sentito dal giudice per le indagini preliminari Luca Semeraro. Non davanti al pubblico ministero titolare delle indagini, Antonella Duchini, ma davanti al gip che avrebbe dovuto sentirlo durante l'interrogatorio di garanzia in cui invece, subito dopo l'arresto dell'11 aprile, Valerio scelse di non parlare. «Quel giorno - conferma l'avvocato Massimo Krogh - Valerio era in un tale stato di stress che non era in condizioni di parlare».
Ma il giudice ha dichiarato «manifestamente inammissibile l’istanza di interrogatorio», che quindi torna come di prassi un «incombente» del pm Duchini, che lo sentirà il 30 maggio. Lo comunica il procuratore della Repubblica Giacomo Fumu in una nota ufficiale.
Grande attesa, a due mesi dall'omicidio di via Ettore Ricci, per quello che Valerio Menenti dirà, come spiegherà le minacce, la telefonata intercettata dalla commessa in cui sembra organizzare il delitto e soprattutto quel «lo ammazzo senza sporcarmi le mani».
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