Fortnite, il campione ha solo 8 anni ed è già un divo

Fortnite, il campione ha solo 8 anni ed è già un divo
di Raffaele d'Ettorre
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Sabato 6 Marzo 2021, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 07:42

Ha solo 8 anni ma è già un divo. Dopo aver siglato un accordo con la squadra californiana di e-sports Team 33, il piccolo Joseph Deen è diventato il più giovane giocatore professionista al mondo del videogame Fortnite. «Ho pensato spesso di diventare un professionista, ma nessuno mi aveva mai preso seriamente fino ad oggi», ha dichiarato un felicissimo Deen in un'intervista alla Bbc. Alla firma del contratto, Joseph ha ricevuto un bonus di 33mila dollari, più un pc del valore di 5000. Il piccolo californiano affronta altri giocatori collegati da tutto il mondo in rocamboleschi conflitti a fuoco virtuali da quando aveva 4 anni, e il suo mito è Kyle Bugha Giersdorf, che a sedici anni ha vinto il campionato mondiale, aggiudicandosi ben 3 milioni di dollari.

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PIÙ DI UN VIDEOGIOCO


Quella del videogiocatore professionista è diventata una carriera riconosciuta a livello mondiale negli ultimi anni e ha visto un ulteriore spinta durante l'ultimo biennio con l'incredibile aumento di fatturato dell'industria videoludica. Fortnite, con 350 milioni di giocatori in tutto il mondo, più che un videogame ormai è diventato un vero e proprio culto, specie tra i giovanissimi. Catturati dalla promessa di fama e prestigio (e con un primo premio, per il campione del mondo, da 3 milioni di dollari a stuzzicare i palati), i giovani si riversano in massa verso i tornei organizzati in ogni parte del mondo. Come accade con le baby star di Hollywood, l'impronta della famiglia è spesso decisiva. «Vedi certi genitori affannarsi per impedire ai figli di giocare», ha detto Gigi, la mamma di Deen. «Spesso in realtà sono proprio questi divieti a trasformarli in ribelli. Joseph», continua, «viene da una famiglia sana ed è un bambino equilibrato. Non vedo nessun problema se si diverte con i videogame due o tre ore al giorno, quando torna da scuola». Dei 10 giocatori più forti al mondo, solo due hanno superato la maggiore età.

Il record da Guinnes dei Primati è ancora detenuto dall'americano Victor De Leon III (conosciuto sul web come Lil Poison), giocatore di Halo diventato professionista a soli sei anni. Ha impugnato il joypad per la prima volta a due e non ha mai smesso, fino ad arrivare secondo a un torneo del videogioco sparatutto fantascientifico, battendo oltre 500 avversari.

L'età di iscrizione per i tornei competitivi è però di 13 anni, ed è qui che si concentra la maggiore competizione tra i nuovi entrati. I proventi sono ancora bassi a quell'età, ma la speranza per chi entra è di iniziare come Ho Joon Booster Moon - che proprio a quell'età ha guadagnato la cifra record di 28.845 dollari - e di finire come il trentenne Ninja, fenomeno degli e-sports con un capitale stimato di 25 milioni di dollari e oltre 15 milioni di follower su Twitch. O di raggiungere il successo di Johan N0tail Sundestein, che con un torneo di Dota2 ha portato a casa un premio di quasi 7 milioni di dollari.

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Non è tutto rose e fiori però nel mondo dei piccoli campioni. Insieme ai successi spesso arrivano anche le prime rappresaglie, ordite magari da qualche coetaneo insoddisfatto. È il caso di Turner Tfue Tenney, finito sotto i riflettori per aver intentato causa contro il suo ex team, i sudamericani Faze Clan. Secondo Tenney, la sua vecchia squadra avrebbe infatti reclutato il giovanissimo H1ghSky1, anche lui giocatore professionista di Fortnite, alla (troppo) tenera età di 11 anni - pochi per partecipare ai tornei e due in meno dei 13 richiesti da Twitch per la pubblicazione di contenuti. Nel giugno del 2019, la nota piattaforma di streaming ha chiuso in via preventiva l'account di H1ghSky1, dando così un duro colpo a una carriera appena sbocciata. Al di là dei teen drama più o meno marcati, quella degli e-sport è ormai una realtà consolidata, tanto che la americana NFHS, Associazione Nazionale delle Scuole Superiori, ha stretto un accordo con l'azienda PlayVS per diffondere la cultura del gaming professionale all'interno delle scuole, regalando a sempre più giovani il sogno di poter competere a livello mondiale.

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