Ancora silenzio. Niente conferenza oggi, Sarri tornerà a parlare di più a fine campionato. Lo vuole la società, ma c'è anche una sua personale strategia dietro. Spalancherà la bocca solo a risultato acquisito e quando avrà più chiaro il quadro del suo futuro e del progetto della Lazio. La scorsa settimana aveva avuto un breve confronto con Lotito a pranzo. L'altro ieri il presidente è tornato a Formello al tramonto: prima ha ribadito alla squadra il ritornello «sul secondo posto da conquistare a ogni costo», poi si è trattenuto per un altro vertice più approfondito con l'allenatore e il suo staff tecnico. Finalmente si è toccato il discorso mercato: «Ma con chi dobbiamo interfacciarci?», la domanda di Maurizio. «Con me ovviamente», la replica del patron. Che non vuole ancora dare indizi su chi sarà il direttore sportivo: «Dobbiamo arrivare secondi e poi inizieremo a fare sul serio». Sarri ha già detto a Lotito che servono 4-5 colpi veri per rinforzare l'organico e affrontare bene campionato e Champions: «Ora ti entrano ottanta milioni», la battuta col sorriso. «Sì, ma ne ho già spesi 200», la risposta altrettanto scherzosa del numero uno.
CHIAREZZA
Assente di nuovo Tare all'incontro, ulteriore indizio della separazione in atto, con il ds pronto a fare un passo indietro per lasciar spazio al nuovo ciclo. Sino a poco tempo fa Sarri aveva lanciato solo messaggi, proposto Giuntoli, ma non aveva dato nessun aut aut a Lotito. Nell'ultimo mese invece è stato molto più esplicito sulle sue condizioni di permanenza alla Lazio: vuole lavorare in un altro modo rispetto al primo biennio, ha bisogno di qualcuno che lo segua meglio. C'è più feeling con Angelo Fabiani, pronto al salto, anche se non gli è stato ancora conferito alcun mandato. Accardi e Foggia restano sullo sfondo. Il presidente si muove di nascosto, Sarri lo attende al varco e stavolta non scherza affatto: il 4 giugno vuole consegnargli il secondo posto, miglior piazzamento della sua era, ma poi Lotito dovrà mettere mano al portafoglio, stavolta chiarire subito le posizioni di Milinkovic e Luis Alberto. Per restare oltretutto lo spagnolo vorrebbe ereditare l'ingaggio da 3,5 milioni (più premi) del serbo, che dev'essere sistemato subito per non perderlo a zero fra un anno. Sergej può andare al Milan, se metterà 40 milioni sul tavolo. La Juve gioca al ribasso con 25 più bonus, ma può fare uno sconto su Pellegrini (Luca sogna l'esordio da titolare domani in campionato, con Marusic operato ieri per un'ernia inguinale) e inserire contropartite di sicuro gradimento: i bianconeri possono offrire Rovella, Kulusevski e lasciare il via libera su Milik (7 milioni il riscatto dal Marsiglia), che Sarri riabbraccerebbe volentieri a Formello.
L'alternativa a Immobile (che domani cercherà il terzo gol di seguito con la Cremonese, mai trovato quest'anno) diventa già il principale argomento.