Roma, porte aperte alla "casa" capolavoro: Francesca Leone svela il suo studio d'artista

La pittrice e scultrice figlia del grande regista Sergio Leone racconta il luogo dove vive e crea. L'evento rientra nel progetto "Roma Città Aperta"

Roma, porte aperte alla "casa" capolavoro: Francesca Leone svela il suo studio d'artista
di Laura Larcan
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Martedì 1 Agosto 2023, 22:54 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 15:49

I tubetti dei colori ad olio sono disposti per sfumature cromatiche, i pennelli sono ordinati sulla parete per grandezza e forma, la tavolozza aspetta solo che inizino le danze. Francesca Leone indossa il suo camice bianco, un po’ logoro. «È ridotto a brandelli, lo so, ma ci sono affezionata, lo uso da anni per lavorare, lo tengo ancora perché è confortevole». Solo uno dei segreti che la grande artista di fama internazionale, corteggiata da collezionisti e direttori di musei, dal Maxxi alla Biennale di Venezia, ha svelato ieri, durante l’apertura straordinaria del suo studio, un casale incastonato lungo via Colle della Strega, tra la Laurentina e l’Eur, che affonda le radici in un borgo ottocentesco. Un evento che rientra nel progetto “Roma Città Aperta”, vincitore del bando dell’Estate Romana, curato da Sabrina Vedovotto e Raffaella Frascarelli, presidente di Nomas Foundation, che ad agosto aprirà al pubblico gli studi privati di artisti per scoprire come vivono e lavorano a Roma.

Oltre il cancello si rivela il mondo, anzi la galassia di Francesca Leone: «Lo studio è l’anima di un artista, ci sono i miei materiali, i miei strumenti, i miei spazi per creare e riflettere - racconta - L’ho cercato in tutta Roma, alla fine ho avuto la fortuna di scoprire questo borghetto: il casale era un’antica fabbrica di birra. L’ho preso e ristrutturato». Pittura, scultura, quasi riduttivo usare un termine solo per questa artista versatile, figlia di Sergio Leone, il grande regista che sembra vegliare su di lei dal busto ritratto nel salone centrale. «Papà aleggia sempre intorno a me, è mancato proprio quando io ho cominciato il mio percorso da artista, mi sarebbe piaciuto condividere con lui le mie ricerche, da lui ho ripreso la pignoleria e l’essere instancabile nel lavoro.

Ma quando una cosa ti appassiona, dimentichi la stanchezza», dice.

Si fa cicerone nel suo studio, seducendo lo spettatore con la forza espressiva dei materiali: lei così elegantemente minuta eppure “demiurgo” di colossali creature scolpite con lamiere dipinte, tra lastre intrecciate ad orchestrare gigantesche rose e colonne titaniche come stalattiti. Con lei, le due artiste dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone che lavorano come mediatrici culturali del progetto, Iris Gabriele e Veronica Neri.

«Nell’arte di Francesca vanno individuati due momenti molto intimi - spiega Raffaella Frascarelli - I ritratti di personaggi icone del Ventesimo secolo, sul tema dei diritti civili, e il rapporto con la madre». Un ricordo di Carla Leone che ricorre in tante opere, come il tappeto realizzato con frammenti del soffitto crollato della sua casa, o il trittico di cemento con incastonati i pannelli di un paravento. I pennelli, la fiamma ossidrica, le lamiere arrugginite come tele («più sono rovinate, più hanno storia e valore», dice Francesca), le caramelle Rossana nelle ciotole, c’è tutto il suo universo. Non lontano dalla casa all’Eur. «Il mio quartiere da sempre, ha rappresentato per tutta la famiglia la modernità nello stile di vita. Non lo lascerò mai». 

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