Rieti, Zappaterreno e Gens Cantalupo:
una squadra in cui l'amicizia
fa rima con i risultati

Luca Zappaterreno, tecnico della Gens Cantalupo (3^ categ.)
di Renato Leti
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Mercoledì 19 Giugno 2019, 08:13
RIETI – E’ uno dei componenti di spicco di quell’autentica “famiglia sportiva” denominata Gens Cantalupo che anche nel campionato 2018/2019 di Terza categoria ha confermato di poter competere alla pari con altre formazioni del panorama calcistico sabino. Al timone della squadra per il secondo anno consecutivo, il tecnico Luca Zappaterreno è riuscito ad amalgamare un gruppo di giocatori che pone alla base prima il legame d’amicizia e dopo quello che può scaturire sul campo di gioco.

LA STORIA
Luca Zappaterreno, nato a Roma il 30 marzo 1975,  vive a Torrita Tiberina e come tanti altri giocatori della zona si è messo in luce nel corso della propria carriera sportiva sui campi dell’area sabina-tiberina-romana.

L’INTERVISTA
Dove ha iniziato a giocare a pallone?
Ho mosso i primi passi nel settore giovanile del Fiano Romano e del Tor di Quinto: dopo aver disputato le categorie Pulcini ed Esordienti sono approdato alla Spes Montesacro nelle squadre Allievi, Juniores Nazionali e toccando il traguardo della serie D.
La sua carriera è proseguita in altre società del territorio laziale?
Sono tornato ad indossare la maglia del Fiano Romano per quattro anni (Prima categoria e Promozione), quindi due anni col Sant’Oreste (Seconda) e quattro col Nazzano (Seconda e Prima).
Poi il primo approccio con il Cantalupo?
Sì, ed è stato un passo importante: sono rimasto sette anni (Seconda e Prima), fino al passaggio nel Gavignano con la promozione dalla Seconda alla Prima: un risultato importantissimo ottenuto con quella formazione.
Come giocatore ha concluso con altre squadre?
Le ultime stagioni le ho disputate a Cottanello, Montasola e Nazzano, poi ho deciso di dedicarmi all’attività di tecnico nei settori giovanili.
Mansioni nuove con la stessa passione di quando giocava?
E’ stata una decisione presa dopo tanti anni di attività agonistica vissuta prima come attaccante e successivamente come centrocampista. Ho iniziato con il settore giovanile della Pro Calcio Sabina presieduta da Fernando Nesta dove ho lavorato per sette anni; quindi quattro anni a La Sabina del presidente Giancarlo Micarelli e due anni alla Valle del Tevere del presidente Enzo De Santis.
Dopo questa lunga esperienza con i giovani, il passaggio con i grandi?
Due anni fa ho ricevuto la proposta di allenare la Gens Cantalupo in Terza categoria ed ho accettato con grande entusiasmo. Il primo anno siamo arrivati terzi nella classifica finale; quest’anno settimi raggiungendo anche la semifinale della Coppa Provincia di Rieti dove siamo stati superati dal Torri in Sabina che ha poi vinto il trofeo battendo nella finale il Fiamignano. Adesso abbiamo circa due mesi per prepararci alla prossima stagione.
Nell’ambiente della Gens si nota un grande rapporto d’amicizia fra tutti i componenti del gruppo: è un aspetto importante?
E’ fondamentale! La squadra è composta in massima parte da ragazzi del luogo e con loro continueremo il nostro programma; al limite potremmo inserire qualche nuovo giocatore per puntare a migliorarci ma l’ottica rimane quella di volersi divertire insieme ai ragazzi di Cantalupo.
In tanti anni vissuti nell’ambiente calcistico chi ricorda in modo particolare?
Tra i presidenti sicuramente Fernando Nesta per la grande passione che mostrava per il calcio ed il nostro lavoro e Giancarlo Micarelli per la sua signorilità e professionalità; tra i compagni di squadra Berti e Raimondi a Fiano e Tocci e Porcu a Cantalupo, oltre a Franco Pastorelli con cui ho condiviso momenti importanti a Gavignano e a Forano e Adriano Calenda a Cantalupo.
C’è stato un tecnico particolarmente importante nella sua carriera?
Claudio Danieli, senza ombra di dubbio! Una persona eccezionale con cui ho avuto anche la fortuna di giocare insieme: da lui ho appreso insegnamenti e consigli fondamentali sulla conduzione tecnica di una squadra, sia in campo che fuori.
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