Rieti, autocisterna esplosa sulla Salaria: dopo l’ipotesi archiviazione il processo ha preso il via

L'esplosione del 5 dicembre 2018
di Massimo Cavoli
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Venerdì 7 Aprile 2023, 00:10

RIETI - A distanza di oltre quattro anni dall’esplosione dell’autocisterna di carburante, avvenuta il 5 dicembre del 2018, in un distributore della Ip a Borgo Quinzio, lungo la Salaria per Roma, e dopo una prima richiesta (non accolta) di archiviazione dell’inchiesta da parte della procura - motivata con il mancato deposito della perizia - primo atto ieri in tribunale del processo nato dal supplemento istruttorio ordinato dal giudice delle indagini preliminari, in seguito all’archiviazione respinta.
Il processo è nei confronti dell’autista del mezzo pesante, Gianni Casentini, e dei gestori dell’area di servizio, moglie e marito, rinviati a giudizio per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose gravi, e subito una scontata serie di eccezioni preliminari ha assorbito l’udienza. A partire dalla richiesta sollevata dall’avvocato Francesco Tavani, difensore con il collega Luca Conti di Paolo Pettirossi e Anna Maria Niro, di escludere dal fascicolo processuale, in quanto illegittimo, un verbale di accertamenti tecnici irripetibili condotti dalla polizia giudiziaria, per finire alla richiesta dei legali dei responsabili civili di escludere le compagnie assicuratrici dal giudizio, domanda già formulata in sede di udienza preliminare, ma respinta dal gup.

Le tappe. Su tutte, il giudice monocratico, Carlo Sabatini, farà conoscere la propria decisione nell’udienza fissata a maggio, ma quel giorno non costituirà ancora l’inizio vero e proprio del dibattimento, poiché sarà necessario esaurire ulteriori passaggi, a partire dalla compilazione della lista dei testimoni indicati dalle parti.

A tutto questo, hanno assistito in aula alcuni familiari delle due vittime, la figlia del vigile del fuoco reatino Stefano Colasanti, morto dopo che tornando dalla caserma di Montelibretti si era fermato per affiancare i colleghi nello spegnimento dell’incendio, e uno dei fratelli di Andrea Maggi, l’automobilista di passaggio, investito dall’esplosione mentre si trovava all’interno della propria macchina percorrendo la parallela vecchia Salaria. Con loro, anche alcuni dei feriti che si sono costituiti parte civile.

La vicenda. Un processo che si preannuncia molto combattuto, perché la causa esatta che ha provocato l’esplosione della cisterna e il successivo incendio non è stata accertata dal consulente tecnico della procura, Francesco Saverio Romolo, ma il pm Lorenzo Francia, proprio sulla scorta della ricostruzione peritale, ha contestato all’autista e ai gestori una serie di violazioni nell’adozione delle norme di sicurezza durante le operazioni di travaso del carburante dalla cisterna al serbatoio interrato del distributore che, se rispettate, avrebbero potuto evitare la tragedia. E sarà questo, come è prevedibile, il nodo attorno al quale ruoterà l’intero processo.

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