RIETI - La validità o meno della perizia condotta per accertare le cause dell’esplosione della cisterna di carburante, avvenuta all’interno di un distributore sulla Salaria per Roma, che il 5 dicembre del 2018 provocò la morte del vigile del fuoco Stefano Colasanti e dell’automobilista Andrea Maggi, ha assorbito la nuova udienza preliminare, in corso al tribunale di Rieti, nell’aula Caperna, rivelatasi insufficiente a ospitare tutte le parti, dove il giudice per l’udienza preliminare, Andrea Porro, è chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura nei confronti della coppia che gestiva la stazione di servizio e dell’autista del camion, indagati per omicidio e disastro colposi.
Il nodo. Consulenza che, secondo l’eccezione sollevata dagli avvocati Luca Conti e Francesco Tavani, rispettivamente difensori di Paolo Pettirossi e Anna Maria Niro (assente l’avvocato dell’autista, Gianni Casentini, sostituito in aula dall’avvocata Erika Santoprete), non può essere ritenuta valida in quanto il consulente, Francesco Romano Saverio, era stato incaricato di effettuare atti che i difensori, contrariamente all’impostazione data dalla procura, hanno ritenuto irripetibili e che, pertanto, avrebbero richiesto la presenza delle parti interessate le quali, in questo modo, non avevano potuto nominare un proprio perito di fiducia.
I passaggi. Una violazione della procedura sufficiente, ad avviso dei due avvocati, a invalidare il risultato dell’esame, conclusione che ha tenuto anche conto del fatto che, al termine delle indagini preliminari, il pubblico ministero era stato costretto a chiedere l’archiviazione del procedimento (poi respinta in seguito all’opposizione presentata dalle parti offese), proprio per il mancato deposito della consulenza.