Calcio violento, caccia all'uomo a fine partita: cinque feriti

Gli under 19 della Setina pestati da avversari e pubblico dopo il pari su rigore a Doganella. Il presidente Cordi: "Mai visto nulla di simile, provvedimenti molto seri"

Calcio violento, caccia all'uomo a fine partita: cinque feriti
di Lidano Orlandi
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:10

E' cominciato malissimo il campionato juniores provinciale. All'ultimo minuto della sfida degli under 19 tra il Doganella calcio 2004 e La Setina i giocatori ospiti sono stati brutalmente aggrediti e malmenati. Teatro del pestaggio il campo Pietro Galamini in località Doganella, a Cisterna. Protagonisti ragazzi tra i 16 e i 18 anni.

La gara del girone A era alle battute finali, con i padroni di casa in vantaggio 1-0 - A pochi istanti dal triplice fischio il direttore di gara - Patrizio Grillo di Aprilia - concede un calcio di rigore alla formazione ospite. Il penalty viene realizzato proprio allo scadere e vale il pareggio per i rossoblù. «Ovviamente hanno esultato - racconta un testimone - ma senza in alcun modo offendere giocatori o pubblico di casa». Evidentemente, però, gli avversari non la pensano così e in campo si scatena l'inferno.

CACCIA ALL'UOMO

«Una aggressione spiegano i dirigenti della Setina - di una violenza inaudita assolutamente ingiustificata. I nostri ragazzi, presi alla sprovvista mentre si abbracciavano a seguito del gol, sono stati malmenati da mezza squadra avversaria». L'arbitro insieme alle panchine riesce faticosamente a riportare la calma. «Ma quando il peggio sembrava passato - continua il racconto della dirigenza ospite - dei ragazzi appartenenti al tifo locale del Doganella hanno sfondato, con particolare facilità e senza alcun controllo, il cancello che divide il terreno di gioco e gli spalti invadendo il campo e inscenando una vera e propria caccia all'uomo».
«La cattiveria e la crudeltà delle aggressioni sono difficilmente spiegabili a parole e solo il tempestivo intervento della nostra dirigenza riusciva a raggruppare tutta la squadra in una parte del campo evitando altri feriti» spiegano da Sezze. A quel punto si è reso «necessario richiedere l'intervento della polizia da parte del nostro presidente poiché i nostri ragazzi e lo staff tecnico sono rimasti confinati in una zona del campo per oltre un ora e mezza senza riuscire a guadagnare la via degli spogliatoi».
Non era finita. «Un nostro dirigente è stato aggredito da quattro ragazzi, lontano dalla rissa solo perché indossava la maglia con la scritta La Setina, riportando varie ecchimosi sul volto». Il bilancio finale è pesante: «Cinque persone sono finite in ospedale - raccontano i dirigenti della Setina - Tra le ferite riportate uno zigomo rotto, due mani fratturate, una frattura al naso e mentre una quinta persona è rimasta contusa».
Sulla pagina social della squadra rossoblu vengono pubblicate le foto dei ragazzi feriti. Ad uno sanguina il naso, altri due hanno uno zigomo tumefatto, un altro ancora il segno di un colpo sulla nuca. Le vittime hanno ricevuto il sostegno del sindaco di Sezze Lidano Lucidi: «Voglio esprime la mia solidarietà a nome di tutta la città di Sezze alla Setina per i gravissimi fatti di sabato. Lo sport è elemento educativo e divertimento in primo luogo, quello di ieri è stato tutto l'opposto. Voi siete esempio di passione e abnegazione a quei valori e rappresentate Sezze in modo eccellente».
«Un peccato che sia finita così - commentano i dirigenti - i nostri avversari hanno giocato una grande partita e al termine gli avremmo fatto i complimenti se ce lo avessero permesso».

LA REPLICA

Ieri mattina la replica a firma del presidente del Doganella Michele Cordi: «Ci dispiace immensamente per quello che è accaduto. Siamo rammaricati perché da 20 anni che sono alla guida di questo club non ho mai visto nulla di simile. Abbiamo preso provvedimenti molto seri nei confronti degli elementi della nostra squadra che hanno maggiormente violato le regole e le norme comportamentali della Figc». A detta di Cordi «La nostra dirigenza si è prodigata per cercare di calmare la mischia chiamando le forze dell'ordine», spiegando che «i sostenitori presenti non fanno parte della nostra società». A questo punto non resta che attendere le decisioni delle forze di polizia e quelle del giudice sportivo che si baseranno sul referto dell'arbitro.
 

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