L'investimento va male, lite con la promoter e offese sulla tomba del marito

L'investimento va male, lite con la promoter e offese sulla tomba del marito
di Marina Mingarelli
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 08:48

Volantino choc sulla tomba del marito di un'amica promoter per vendicarsi di un'operazione finanziaria andata male. Ora una donna, una commerciante di fiori di Veroli, è finita sotto processo per diffamazione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

«Tua moglie è una donnaccia, una truffatrice professionista nel recupero dei crediti». Recitava così un volantino che la promoter un giorno aveva trovato attaccato alla lapide del marito defunto. La donna, sospettando chi fosse l'autore di quel manifesto, tramite gli avvocati Alfredo e Gabriele Scaccia, ha presentato una denuncia.
Tutto era iniziato perché la vedova, con l'aiuto di un legale, si era occupata di una transazione che la commerciante di fiori avrebbe dovuto fare con la banca. A fronte di quell'accordo le aveva versato 7mila euro, ma poi l'operazione era saltata e la commerciante che si era ritrovata con un pugno di mosche in mano. Quest'ultima le aveva giurato vendetta, nonostante la promoter sostenesse che quei 7mila euro facevano parte della parcella per lei e il legale. Non era colpa loro se la banca aveva rifiutato la transazione.
La commerciante di fiori, però non ha voluto sentire ragioni e un giorno, in un impeto d'ira, aveva detto all'amica promoter che avrebbe tappezzato il cimitero di Boville Ernica di volantini diffamatori nei suoi confronti perché tutti dovevano sapere che era una truffaldina. Minaccia di cui la promoter si è ricordata quando ha visto il foglio con le offese sulla tomba del marito.
I sospetti, per quanto fondati, però non bastavano a provare che la commerciante di fiori fosse l'autrice di quel volantino. C'era però un dettaglio: il volantino era stato scritto a mano. E la grafia, si sa, è una specie di firma.

LA PERIZIA

E così, nel corso delle indagini avviate dopo la denuncia, il sostituto procuratore di Frosinone Rossella Ricca ha chiesto un esame grafologico per comparare la grafia della commerciante con quella della scritta del volantino. Il consulente che ha effettuato l'esame non ha avuto dubbi: a scrivere quelle frasi era stata proprio la commerciante. Nei giorni scorsi la donna è stata rinviata a giudizio per diffamazione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Gli avvocati Alfredo e Gabriele Scaccia dal canto loro stanno già lavorando per presentare la loro lunga lista di testimoni e dimostrare che l'imputata avrebbe anche profanato un luogo sacro qual è un cimitero.
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