Botte alla moglie davanti ai figli: «Donne uccise? Se lo meritano». E alla coniuge diceva: «Ti faccio fare la fine di Roberta Ragusa»

L'uomo, un imprenditore di Veroli di 39 anni, allontanato da casa

Botte alla moglie davanti ai figli: «Donne uccise? Se lo meritano». E alla coniuge diceva: «Ti faccio fare la fine di Roberta Ragusa»
di Marina Mingarelli
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Mercoledì 6 Marzo 2024, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 16:04

Minacciava la moglie che voleva lasciarlo: «Ti faccio fare la fine di Roberta Ragusa, di te non troveranno nemmeno un cappello». E alle figlie che tentavano di difendere la madre diceva: «Se le donne vengono ammazzate è perché se lo meritano». Era condita da questa queste frasi aberranti la vita di una famiglia di Veroli. Un inferno durato anni. Ma nei giorni scorsi la donna, dopo l'ennesima aggressione che l'ha costretta a ricorrere alle cure in pronto soccorso, ha deciso di denunciare il marito. Per l'uomo, un imprenditore di 39 anni, il giudice ha disposto il divieto di avvicinamento alla casa familiare, alla coniuge ed ai tre figli minorenni, oltre che l'applicazione del braccialetto elettronico. Il 39enne è indagato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Questa mattina, accompagnato dall'avvocato Rosario Grieco, l'uomo dovrà comparire davanti al magistrato inquirente per l'interrogatorio di garanzia.

I fatti che hanno portato poi la moglie, una addetta alle pulizie, a decidere di presentare una denuncia risalgono ai giorni scorsi.

Il marito, che non voleva assolutamente lasciarla andare, si era fatto trovare a casa con una corda in mano, dicendole che se avesse oltrepassato il portone e lo avesse denunciato gli avrebbe fatto la fine di Roberta Ragusa: «Di te non faccio trovare nemmeno un capello».

L'INFERNO

L'uomo era ossessionato dalla gelosia, ma era soltanto uno modo per giustificare i suoi comportamenti violenti. Il 39enne, che vedeva amanti dappertutto, vietava alla moglie di uscire, di vestirsi come voleva o di avere rapporti con le amiche. La donna sopportava in silenzio, ma non bastava. Botte e minacce di morte erano all'ordine del giorno. Le aggressioni avvenivano davanti ai figli piccoli. E quando i bambini (il più grande ha tredici anni, la più piccola soltanto sei) cercavano di difendere la madre che veniva presa a calci e pugni, offendeva anche loro e aggiungeva: «Se le donne vengono ammazzate è perché se lo meritano». Un pensiero che l'uomo metteva in pratica vessando ogni giorno la coniuge, non solo con aggressioni di inaudita violenza. Talvolta capitava che le telefonasse e preannunciando che quando sarebbe arrivato a casa l'avrebbe ammazzata di botte. «E se provi a denunciarmi - diceva - io riuscirò a trovarti ovunque tu vada». La donna era anche costretta a subire rapporti sessuali contro la sua volontà. E se cercava di respingerlo e di divincolarsi erano botte a non finire. La moglie voleva lasciarlo ma lui l'avvertiva: «Sei mi e di nessun latro».

La donna, dopo l'ennesima aggressione, è finita in ospedale ed ha trovato il coraggio di raccontare ai medici l'inferno che stava vivendo. Quindi è scattato il codice rosso. L'imprenditore dovrà stare lontano da moglie e figli, dovrà versare mensilmente 600 euro per il loro mantenimento. Questo quanto stabilito dal giudice del tribunale di Frosinone che ha mantenuto il pugno duro su tutti i fronti.
 

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