L'ex vicesindaco intercettato dall'Antimafia: i riflessi sull'attività del Comune

Il sindaco Giovanni Arena con Contardo (a des.)
di Giorgio Renzetti
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Domenica 23 Maggio 2021, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 12:59

Le grane giudiziarie della Lega, un senatore con accuse di corruzione, i riflessi politici - o di altro tipo? - sul Comune. La trascrizione delle intercettazioni della Dia (investigazioni antimafia) sull’ex vicesindaco Enrico Contardo apre un ventaglio di dubbi. Il primo, proprio sull’allontanamento del numero 2 del partito di Salvini nella Tuscia, non più vicesindaco e assessore in 48 ore. Ecco: quanto pesano quei dialoghi sulla decisione?

Viterbo, dalle intercettazioni della Dia su Contardo gli scontri interni nella Lega e al Comune

I fatti risalgono all’11 novembre 2018 e le intercettazioni non hanno avuto strascichi giudiziarile per Contardo (non è indagato per questi fatti).

Il leghista parla in auto con un dirigente della multinazionale della difesa (è lui quello spiato dalla Dia), che offre servizi e forniture per il futuro aeroporto e la polizia locale (sistema radio e dati "Tetra"). Ascoltando quei dialoghi, Contardo sembra esser finito in vicende “oltre” competenza.

Riporta la relazione della Dia: «Emerge per la prima volta una conferma all’ipotesi corruttiva del senatore Armando Siri (Lega, ndr). Nel dialogo registrato dalla partenza da Viterbo, si fa esplicito riferimento ai rapporti con Siri, indicato come il referente per la questione». E qui l’interlocutore esclama: «Gli abbiamo dato 8.000 euro!».

Su temi più vicini al capoluogo, la questione polizia locale tocca palazzo dei Priori e il partito (l’allora assessore ai vigili era Claudia Nunzi, leghista poi passata a FdI). Contardo entra nel dettaglio sempre in auto. La Dia annota che «in un successivo dialogo si parla della realizzazione del sistema di comunicazione Tetra e del finanziamento dell’aeroporto». E sul progetto dello scalo sbuca anche il prefetto Giovanni Bruno, che con l’auto di servizio quel giorno seguì quella del dirigente dell’azienda da Viterbo fino a Firenze: l’obiettivo è quello di «intessere buoni rapporti col Prefetto in vista della realizzazione del progetto», per poi arrivare a «ottenere la prima parte dei fondi anche se di modesta entità».

Anche per queste parole, l’indagato spiato quel giorno con Contardo finisce con Siri, l’imprenditore siciliano Paolo Arata e altre due persone nella richiesta di processo della Procura romana. E’ il secondo episodio di corruzione contestato all’allora sottosegretario alle Infrastrutture (governo Conte 1), per la quale «si attivava per ottenere una misura normativa ad hoc che finanziasse il completamento dell’aeroporto di Viterbo». Ma Contardo e Siri si vedono anche di lì a pochi giorni.

Il 28 dello stesso mese il senatore verde è in campagna elettorale a Civita Castellana e a Viterbo. «Il sottosegretario - disse allora Contardo - ha importanti deleghe nel Dipartimento per le infrastrutture. La sua visita sarà anche l’occasione per parlare, in particolare, degli investimenti che riguardano il territorio». Insomma, da quelle intercettazioni - e dagli atti d’inchiesta relativi - che riguardano Contardo, sarebbe utile capire se tali avvenimenti abbiamo condizionato, e come, l’attività amministrativa del Comunem di Viterbo.
 

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