Tuscia, verso un'estate caldissima: dopo un inverno record, siccitoso e senza neve, la preoccupazione degli esperti

Caldo
di Federica Lupino
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Sabato 27 Aprile 2024, 05:20

"L’inverno più mite della storia contemporanea, precipitazioni dimezzate e niente neve”. Secondo gli esperti Lorenzo Dorato e Riccardo Felli del Cemer, il Centro meteo per l’Etruria e Roma, ci sono tutti i presupposti per un’estate rovente e siccitosa.

Come per tutta Italia e gran parte del Mediterraneo, le temperature invernali sono state eccezionalmente miti. Il Viterbese non fa eccezione, come dimostrano i dati delle stazioni dotate di serie storiche consolidate e lunghe: Viterbo Santa Barbara e Ronciglione centro storico.

Ebbene, l’inverno meteorologico appena concluso si è chiuso con una media di 9,4°C nel primo caso e di 9,2°C nel secondo. “Valori molto elevati – commentano dal Cemer - a fronte di una media stagionale che per il capoluogo si attesta a 7,1°C (periodo 2005-2023), con uno scarto di ben 2,3°C dalla media recente”. Osservando ancor più nel dettaglio il trimestre dicembre-febbraio, per le due località si notano scostamenti di assoluto rilievo: dicembre e gennaio hanno visto temperature molto miti con una media termica che supera di quasi due gradi quella del periodo 2005-2023. Ancor più caldo è risultato febbraio che per Ronciglione si è chiuso addirittura con una media superiore ai 10°C, precisamente 10,1°C: un valore davvero notevole, di quasi 3°C superiore. “Una tale anomalia è molto marcata e si riscontra raramente”, continuano gli esperti.

Una stagione di estrema mitezza anche se paragonata agli inverni più recenti: il trimestre nel capoluogo ha superato i già mitissimi inverni ‘06/07 e ‘07/08, entrambi in archivio con media di 8,7°C. “Impietoso anche il confronto tra l’inverno ‘22/23 e l’inverno ‘23/24 – sottolinea Dorato - che chiude con uno scarto di +1°C a Ronciglione e di +1,5°C a Viterbo”. E c’è poi la neve che manca. “Un altro fattore che testimonia un inverno del tutto anonimo – evidenzia Felli – è l’assenza di nevicate e di accumuli al suolo per i Cimini, non solo alle quote più basse (700/800m) ma anche per i 1050 metri del Monte Cimino, la vetta più alta del comprensorio”.

Insomma, per gli esperti la tendenza ad un progressivo riscaldamento di tutte le stagioni (inverni compresi) è tristemente confermata.

Anche per le precipitazioni l’inverno appena trascorso è stato piuttosto secco.

I dati di Viterbo Santa Barbara e Ronciglione riportano un apporto pluviometrico rispettivamente di 132 millimetri di 177mm: rispetto alle medie è piovuto sostanzialmente la metà. Sono dati nel complesso confermano un periodo di scarse precipitazioni che si protrae, con alcune brevi fasi più piovose nel mezzo, dal febbraio 2021. “Fortunatamente marzo – proseguono dal Cemer - ha visto il ritorno di piogge più rilevanti mentre aprile ‘24 è tornato ad essere avaro di precipitazioni, soprattutto sul capoluogo e nella bassa Tuscia. Si tratta di un mese caratterizzato da notevoli sbalzi termici in particolar modo nelle valli interne, dove in pochi giorni si è passati da temperature prossime ai 30 gradi a valori al di sotto dello zero, con conseguenti gelate, un duro colpo per l’agricoltura”.

E l’estate in arrivo? “Previsioni puntuali non possono essere fatte tuttavia – avvertono – le

tendenze stagionali sembrano mostrare il rischio di un’estate molto calda, ma ancora persistono molti dubbi; l’incertezza è legata agli effetti del cambiamento repentino tra fase Nino e fase Nina, situazione relativa alle temperature delle acque dell’Oceano Pacifico. Sicuramente i rischi di un’estate caldissima o quanto meno di fasi caldissime resta elevato. Si può però sperare, specie per la seconda parte del trimestre estivo, nell’avvicendamento di alcuni periodi più freschi e instabili”.

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