Bagnaia, il grido d'allarme: «La frazione sta morendo»

Bagnaia
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Aprile 2024, 09:19

«Siamo abbandonati, il paese sta morendo eppure non si muove una foglia: se continua così, tra un po' di tempo, al posto dei negozi ci sarà il deserto in piazza». È il grido d'allarme che arriva dai commercianti di Bagnaia, la frazione più popolosa del comune di Viterbo, preoccupati per un futuro che sembra dare sempre meno sicurezze. Se la prendono con «venti anni di mancati investimenti e con il totale disinteresse con il quale, dall'abolizione delle circoscrizioni in poi, che garantivano una voce ai residenti, è stato trattato il paese».

Una lunga lista di amministratori in cui entra, da ultimo, anche la sindaca Chiara Frontini alla quale: «chiediamo maggiore ascolto e dialogo». Un dialogo che per ora ha faticato a partire e che ha deluso una parte di quel 70% di elettori che, nella frazione, le avevano accordato fiducia al ballottaggio, preferendola di gran lunga a Alessandra Troncarelli.
»Serve un nuovo piano commerciale aggiungono - vediamo che in altre realtà, anche più piccole dalle nostre, le imprese riescono a stare in piedi senza incontrare tutti i problemi che invece si trovano ad affrontare i commercianti di Bagnaia». Tra le richieste anche quella di avere un maggior numero di parcheggi liberi «nei pressi delle attività commerciali perché quelli che ci sono, anche se nelle vicinanze, non sono comodi specie per le persone più anziane. Nessuno si aspetta che questa sarà la chiave di volta che aiuterà il rilancio delle imprese, ma è un tentativo e sarebbe già qualcosa».
La crisi del commercio a Bagnaia ha, del resto, radici molto profonde. Negli ultimi 30 anni il tessuto economico fatto di piccole imprese artigiane e di negozi di vicinato si è progressivamente disintegrato. La crisi è partita dall'interno del centro storico, dove sono rimaste solo due attività contro le sette di metà anni Novanta, per poi esondare fuori dalle mura. Un crollo che nell'ultimo decennio è stato più rapido, sulla spinta della crescita dell'e-commerce e del sempre maggior numero di parchi commerciali sorti nel capoluogo; parchi con all'interno negozi "food e no food" in grado di praticare prezzi molto più bassi in virtù dei grossi carichi di merce acquistata.
La crisi del commercio non è l'unico motivo di preoccupazione, corre infatti in parallelo con il problema dello spopolamento del centro storico, gioiello sempre più coperto di polvere. In meno di 25 anni il numero della popolazione residente nel borgo si è assottigliata quasi al punto di sparire. Un problema su cui la politica ha scarso argine di manovra, comune a tantissimi altri centri italiani e per la quale non esiste una medicina valida (anche le famose case in vendita ad un euro sembrano dare più problemi che soluzioni). «A tratti - raccontano alcuni storici residenti - si fatica a riconoscere il paese: a volte abbiamo l'impressione di vivere una lunga agonia».
E a poco sembrano aver giovato le iniziate messe in campo per resuscitare un centro ormai davvero spoglio, di attività e residenti. «Qui l'unica volta che si vedono persone - dicono ancora - è il giorno del "focarone". Una tradizione di cui andiamo fieri e a cui partecipano davvero tutti, bagnaioli e non. Peccato per il resto dei giorni dell'anno».
La situazione, così come descritta dai residenti della frazione, sembra drammatica e senza via d'uscita al momento: «speriamo solo che la politica si accorga di noi e di cosa sta accadendo, magari non solo a ridosso delle elezioni».
Luca Telli
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA