«Ci hanno legato le mani dietro la schiena e intimato di sdraiarci a terra». I dipendenti della cooperativa Dognanella raccontano in aula la rapina subita il 6 novembre 2020, quando due uomini, travisati da un passamontagna e armati, entrarono nella sede per rubare gli incassi. Quel giorno Angelo Serra, 44enne viterbese, e Davide Ginevra, coetaneo siciliano, entrambi con altre rapine alle spalle, pianificarono ed eseguirono in pochi minuti il colpo. «Uno dei due aveva in mano una pistola - ha raccontato una dipendente - e dopo avermi legato e costretto a sdraiarmi a terra si è avvicinato al mio collega, un magazziniere, e gli ha “scarrellato" la pistola vicino alla faccia. Ci dicevano che non dovevamo chiamare nessuno perché sapevano perfettamente chi eravamo e dove abitavamo».
Minacce che però non hanno impedito ai due dipendenti in sede quel giorno di liberarsi e chiedere aiuto alle forze dell’ordine. «Ci siamo liberati da soli - ha continuato la donna -, il mio collega aveva le fascette messe male e si è alzato subito, così ha slegato anche me e abbiamo chiamato i carabinieri. Nel frattempo loro aveva rubato l’incasso e se ne erano andati. Non li ho visti in faccia, erano travisati da dei passamontagna e dalle mascherine per il covid. Però uno aveva l’accento della nostra provincia mentre l’altro un accento del sud».
Durante la corsa per fuggire dalla cooperativa lasciarono lungo la sera un passamontagna, cappello e guanti in lattice e un mozzicone di sigaretta. E’ proprio grazie a buste “briciole”seminate che il Ris li ha inchiodati. «I primi quattro reparti - ha spiegato il carabiniere in aula - appartenevano al rapinatore originario di Viterbo, mentre quello rinvenuto sulla sigaretta a quello originario della Sicilia». Entrambi avevano già partecipato ad altre rapine e il loro dna era presente nella bancadati dei carabinieri.
Il 44enne viterbese, assistito nel processo dall'avvocato Luigi Mancini, il 7 aprile 2021 aveva tentato una rapina a Grosseto e ne aveva messe a segno due in Umbria. Rapine per cui sta scontando la pena ai domiciliari. Ginevra invece, che al momento si trova in carcere in Sicilia e ieri era in videocollegamento col suo avvocato, aveva rapinato un istituto di credito ad Asti e il Ris di Parma aveva già il suo dna lasciato procurandosi una ferita durante il colpo. Si torna in aula il 2 luglio per gli ultimi testimoni della pubblica accusa e della difesa.