La vicenda, come denunciato dal Messaggero la scorsa primavera, è esplosa dopo che la società ha accumulato migliaia di euro di arretrati, non pagando al Comune il canone annuo di 65mila euro. Fatto sta che a ottobre Arena aveva ammesso che il debito accumulato ammontava a 118mila euro e che la Larus-Maco aveva ottenuto una rateizzazione allo scopo di rientrare del dovuto entro la fine del 2018. Peccato che, salva la prima tranche di 35mila euro, per le altre i tempi non siano stati rispettati.
«Non hanno mantenuto l'impegno preso, per questo - continua il sindaco - non mi resta che verificare come la legge mi consente di agire al fine tutelare un bene pubblico e i soci che lo frequentano. Voglio stabilire se ci sono elementi che giustifichino la prosecuzione del rapporto con la società o meno». Sul piatto della bilancia peseranno anche gli investimenti che la Larus-Maco avrebbe dovuto realizzare a seguito del rinnovo della concessione: «Parliamo - ricorda Arena - di 1.200.000 euro per migliorie strutturali all'impianto. A oggi, nessun cantiere è partito». Capitolo a parte, gli stipendi arretrati ai dipendenti della struttura, una 50ina in totale, molti dei quali si sono rivolti a un legale.
Cosa succederà ora? «Decideremo a breve se è possibile dare una seconda e definitiva opportunità alla società oppure è necessario chiudere il rapporto e procedere con un nuovo bando. Quello che garantisco - assicura - è che i soci verranno tutelati: anche se è prematuro dirlo, qualora il contratto con la Larus fosse rescisso, manterremo aperta la struttura in attesa del nuovo affidamento». La chiusura di questi giorni, come conferma Arena, è funzionale all'ottenimento del certificato di prevenzione antincendio. I lavori dureranno pochi giorni: principalmente, si tratterà di posizionare maniglioni antipanico a norma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA