Piscina comunale, il conto dei debiti sale. La riapertura solo a maggio

Piscina comunale, il conto dei debiti sale. La riapertura solo a maggio
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Domenica 7 Aprile 2019, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 18:42
«La piscina comunale riaprirà tra dieci giorni», dichiarava il sindaco Giovanni Arena il 26 marzo. Ma le sue erano previsioni troppo ottimistiche: il termine è passato, i cancelli restano chiusi e adesso si parla di fine mese. La situazione è più ingarbugliata di quello che si poteva pensare.

E ora è corsa contro il tempo per far ripartire l'impianto il prima possibile, con la consapevolezza che più giorni passeranno più sarà complicato riuscirci. Peccato che all'interno della maggioranza non tutti i pareri siano concordi. C'è chi, infatti, frena rispetto all'operazione disegnata dal primo cittadino che prevede un affidamento ponte alla Federnuoto in attesa di espletare il nuovo bando. 

I dubbi che hanno portato a far slittare la delibera, attesa in consiglio, riguardano l'opportunità di far gestire una struttura pubblica a una società privata senza bando, seppur pro-tempore. Responsabilità che non tutti all'interno della squadra di Arena si sentono di assumere. Ed è per questo che gli uffici sono stati chiamati a trovare una copertura tecnica all'operazione, condizione perché almeno una parte degli scettici possa votare il provvedimento. Qualcuno storce anche il naso rispetto alla richiesta della Fin di un impegno economico da parte del Comune (da 50mila euro). Soldi che dovrebbero servire a pagare le utenze, così che almeno quelle non ricadano sul gestore.

Il sindaco tira dritto convinto della bontà dell'operazione. In ballo ci sono le attività commericiali all'interno (rischiano di fallire), i dipendenti ora a spasso e, soprattutto, centinaia di soci che hanno pagato abbonamenti convinti che, in un impianto pubblico, avessero la garanzia del servizio.

Ora a palazzo dei Priori stanno ultimando i conti per sommare i debiti lasciati dalla Maco-Larus che solo giovedì ha consegnato le chiavi. Al di là dei fornitori e degli stipendi arretrati, al Comune la società deve quasi 200mila euro di canoni mensili. L'escussione della fideiussione per un valore di 300mila euro dovrebbe garantire il recupero e lasciare margine sia per pagare le utenze che per piccoli lavori di manutenzione.
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