Caprarola: la lettera alla moglie di un prigioniero di guerra negli Usa consegnata dopo 80 anni

Affidata dal sindaco Angelo Borgna al nipote dell'uomo, un ex carabiniere

Il sindaco Borgna e Gino Livi
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Martedì 13 Giugno 2023, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 12:10

Una lettera arrivata da un lontanissimo passato. Il sindaco di Caprarola ha consegnato, ieri mattina, una lettera scritta nel 1944 da Enrico Marchini, carabiniere del paese sui Cimini, che era stato fatto prigioniero dalle truppe americane nel 1943, durante la seconda guerra mondiale. Marchini era stato poi trasferito in un campo di prigionia per italiani a New York. La lettera era indirizzata alla moglie. A riceverla, dopo quasi ottanta anni, è stato un suo nipote dalle mani del sindaco Angelo Borgna ieri in municipio. Quella lettera, infatti non era mai arrivata nella casa di Domenica Lalli, detta Mecuccia, che era residente a Caprarola. Sembra per una serie indescrivibile di disguidi e dimenticanze, sia durante il periodo bellico che dopo. La lettera è arrivata a Caprarola solo ieri ed è stata consegnata, non senza una certa commozione, al nipote Gino Livi.

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«E' stato un momento molto emozionante e percorso da qualche brivido ha detto il primo cittadino di Caprarola - anche perché appare difficile ripercorrere il tragitto di questa lettera, anzi impossibile. Sono passati ottanta anni e forse era finita in qualche cassetto, in mezzo ad altri documenti per caso o chissà per quale motivo. Poi è giunta nella mani di Anna Maria Marchini, la figlia dell'ex prigioniero Enrico e Mecuccia, grazie a Gino Quintiliani di Carbognano. Quest'ultimo ha poi consegnato lo scritto, trovato casualmente dal papà Giulio. Insomma, è stato un cammino complicato e difficile quello di questa lettera, ma alla fine è arrivata. Sarebbe stato più bello che fosse arrivata allora alla moglie, ma in qualche maniera è arrivata alla sua famiglia». Il carabinieri Enrico Marchini sarebbe poi tornato in Italia dalla moglie Mecuccia nel 1946, dopo la fine del conflitto. Nella lettera si legge, tra le altre cose: «Mia cara Mecuccia (...) sono molto contento che state tutti bene. Anche io sto benissimo, stai tranquilla di tutto (...) ricordati che io sono sempre prigioniero come il primo giorno. Tuo Enrico».
 

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