Dai dati riferiti dal sistema di sorveglianza Passi d'argento 2016-18, la quota di anziani disabili in Umbria risulta pari al 16%. La disabilità cresce con l'età passando dal 4% tra i 65-74enni al 54% dopo gli 85 anni di età; è mediamente più frequente fra le donne (20% contro l'11% degli uomini) e fra chi ha una bassa istruzione (23% contro il 9% con alta istruzione).
I dati umbri sono in linea con la media nazionale. La totalità delle persone con disabilità - spiega la Usl Umbria 1 - riceve aiuto per lo svolgimento delle attività della vita quotidiana, ma questo carico di cura e di assistenza proviene
prevalentemente da familiari (95%) e da badanti, figura maggiormente coinvolta in questo territorio (47% in Umbria verso il 36% in Italia). Scarso l'aiuto proveniente dal servizio pubblico di Usl e Comune (11%). Infine, il 31% delle persone non autonome riceve un contributo economico per questa condizione di
disabilità.
Ma come si indaga la disabilità? La scala delle attività fondamentali della vita quotidiana, Adl (Activity of Daily Living) è lo strumento che misura la capacità dei soggetti anziani di compiere funzioni fondamentali della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi, spostarsi da una stanza all'altra, essere continenti, usare i servizi per fare i propri bisogni) che consentono a una persona di vivere in maniera autonoma. La perdita di autonomia in una sola delle 6 Adl è considerata, a livello internazionale, una condizione di disabilità per le persone con più di 65 anni.
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