Terni, operaio di Ferentillo morì mentre potava gli alberi sul Nera: nove anni dopo viene assolto chi noleggiò il mezzo

Terni, operaio di Ferentillo morì mentre potava gli alberi sul Nera: nove anni dopo viene assolto chi noleggiò il mezzo
di Nicoletta Gigli
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Domenica 22 Ottobre 2023, 00:50 - Ultimo aggiornamento: 12:16

TERNI - L’infortunio costato la vita a Egidio Pennacchi, 46 anni, di Ferentillo, risale a quasi dieci anni fa.

Ora i giudici d’appello hanno assolto con formula piena uno dei tre che furono condannati per omicidio colposo in primo grado a un anno e otto mesi di reclusione.

Si tratta di Marco Serpenti, legale rappresentante della società che noleggiò il mezzo che, ribaltandosi, causò la morte di Pennacchi.

La corte d’appello di Perugia ha accolto le istanze presentate dal suo legale, l’avvocato Francesco Mattiangeli, secondo cui Serpenti non ebbe alcuna responsabilità nel tragico evento. Provata in aula anche la formazione che all’epoca fu garantita all’operaio dalla ditta che noleggiò il mezzo.

Confermate in appello le condanne a un anno e otto mesi per Fabrizio Pellegrini, della ditta esecutrice dei lavori, e Bruno Angelucci, della ditta che, poco prima della tragedia, aveva fatto il nolo a caldo del mezzo utilizzato per i lavori di potatura.

La tragedia a febbraio 2014, quando Egidio Pennacchi, impegnato nella potatura degli alberi nei pressi di via del Cassero, precipitò nel fiume Nera dopo il ribaltamento del mezzo sul quale stava lavorando.

Il giudice, Barbara di Giovannantonio in primo grado condannò Pellegrini, Serpenti e Angelucci.

Assolti dal giudice Eraldo Valentini Grigioni, Valter Bonifazi, Giovanni Sammarone, Roberto Pettirossi e Massimo Perotti.

Quest’ultimo, socio dell’impresa che si era occupata degli interventi di riparazione del mezzo, era accusato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

A sostenere l’accusa in aula era stato il sostituto procuratore, Cinzia Casciani, che aveva chiesto per tutti una condanna a due anni di reclusione. Il giudice aveva condannato i tre a versare provvisionali da 60 mila euro ciascuno al fratello della vittima.

In appello, alla luce dell’assoluzione di Marco Serpenti, per lui è stata revocata la provvisionale.

Il tragico infortunio costato la vita ad Egidio Pennacchi, padre di quattro figli, risale a quasi dieci anni fa. Quando l’operaio, sistemato nel cestello del braccio meccanico di un mezzo che improvvisamente si era ribaltato, precipitò nel Nera. I vigili del fuoco di Terni furono impegnati a lungo nelle ricerche del corpo di Pennacchi.  Una ricerca disperata, che andò avanti per 36 interminabili giorni, con i vigili del fuoco di Terni ed i sommozzatori di Viterbo che perlustrarono il fiume in lungo e in largo, col supporto di un elicottero del reparto volo di Ciampino. In quei giorni di profonda angoscia, per agevolare le ricerche, si decise anche di abbassare il livello del fiume e di convogliare gli affluenti del Nera su altri bacini.

L’avvocato Mattiangeli esprime «soddisfazione per l’assoluzione di Serpenti». Le motivazioni della sentenza tra novanta giorni.

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