Terni, l'appello di Federacciai per Ast: "Il governo si impegni per non svalutare il sito ternano"

Antonio Gozzi, presidente Federacciai
di Vanna Ugolini
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Mercoledì 16 Luglio 2014, 20:06 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 15:02

TERNI «Quella dell’Ast è una situazione che grida vendetta: questo governo deve fare molto di più rispetto ai precedenti. Se la situazione di un sito integrato importante come quello di Terni è così difficile, la responsabilità va attribuita alla cattiva gestione della vicenda da parte di due governi deboli, come quello di Monti e quello di Letta. Ora, però, è l’ultima chiamata, non si può permettere che un sito come quello di terni venga ridimensionato e perda la sua importanza strategica. Il governo deve intervenire». L’accorato appello è di Antonio Gozzi, presidente Federacciai, alla vigilia della presentazione da parte ThyssenKrupp del piano industriale che dovrebbe segnare il futuro prossimo delle acciaierie ternane, dopo due anni di tribolata vertenza. «Non conosco il piano industriale, ma conosco i problemi che può incontrare Ast: con la vendita degli impianti americani ThyssenKrupp non ha sbocchi per la produzione del caldo. Bisogna trovare un’altra verticalizzazione per non far ridurre la produzione a caldo. Purtroppo la situazione è difficile anche a causa della sciagurata decisione dell’Antitrust. A un grande paese non sarebbe accaduto. Un grande paese non avrebbe accettato una decisione presa in base a leggi sulla concorrenza antistoriche e obsolete. Il guaio è stato doppio: per quello che abbiamo subito come paese Italia e perchè non siamo stati in gardo di fare del caso Ast un caso europeo, che avrebbe potuto aprire la strada alla modifica della legge e che avrebbe così potuto tutelare anche altri paesi europei. Oggi la situazione è difficile, il governo deve fare una mediazione intelligente per non perdere un patrimonio come Ast e non permettere che venga smembrato, che vengano tagliate parti che a thyssenKrupp, magari, non servono, dato che ha detto di non essere più interessata al settore dell’inox e di volerci uscire, ma che sono indispensabili per il sito integrato». Il presidente Gozzi non conosce personalmente l’ad Lucia Morselli, ora alla guida di Ast, dopo le dimissioni dell’ad Marco Pucci. «Sarà sicuramente un persona di valore e preparata». Lucia Morselli, lo ricordiamo ha fatto una pesante ristrutturazione alla Berco per poterla mettere sul mercato, ma il prezzo a cui è stata messa in vendita è alto e al momento non si trovano compratori. Dunque Berco è ancora in senso a ThyssenKrupp. Lucia Morselli aveva comunque dichiarato ufficialmente in un incontro con i sindacati che «Ast non è la Berco, la situazione è molto diversa», sostenendo di voler lavorare in sintonia con le parti sociali.

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