Terni. La vertenza del magnetico 20 anni dopo: dai trentamila in piazza ai nodi irrisolti

Terni. La vertenza del magnetico 20 anni dopo: dai trentamila in piazza ai nodi irrisolti
di Riccardo Marcelli
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Domenica 4 Febbraio 2024, 09:13

Il 2024 sarà l'anno della firma dell'Accordo di Programma per Acciai Speciali Terni. Il comprensorio potrà disporre di poco meno di un miliardo di investimenti. Per una coincidenza annua, il calendario propone tre date da cerchiare in rosso che hanno caratterizzato la storia cittadina. La prima è quella di oggi 4 febbraio. Vent'anni fa oltre trentamila persone manifestarono in difesa del Magnetico. Le saracinesche dei negozi rimasero abbassate per una mobilitazione di un popolo che protesse un pezzo della propria produzione, chiedendo al tempo stesso impegni per non far morire la Fabbrica. A distanza di vent'anni, Arvedi riporterà il processamento del Magnetico, colato altrove ma laminato in viale Brin. Si ipotizzano 400 mila tonnellate annue. Di quella vertenza, però, cosa resta? Innanzitutto la riorganizzazione della Fabbrica operata tra la Direzione aziendale di allora e le organizzazioni sindacali, e gli investimenti di ThyssenKrupp che hanno consentito di disporre di una nuova linea di inossidabile, di migliorare e qualificare il colaggio e la forgia di Società delle Fucine. Gli obblighi delle Istituzioni, sia di centrosinistra che di centrodestra, non sono stati ancora tutti soddisfatti.
L'esempio più concreto è il completamento della strada Orte-Civitavecchia considerato sempre un obiettivo strategico. Sarebbe interessante conoscere in questi anni quante opportunità abbia perso il sito ternano e quanti costi in più abbia dovuto sostenere per organizzare la movimentazione che nel frattempo si è anche spostata su ferrovia. Dieci anni fa, ad ottobre del 2014, sempre quasi trentamila persone parteciparono ad un'altra grande manifestazione in difesa delle Acciaierie, quella contro una Direzione aziendale che voleva chiudere, tra l'altro, un forno, ridimensionando le altre produzioni. Invece grazie alla mobilitazione, l'Acciaieria è stata mantenuta per poi essere consegnata così come era ad Arvedi. Quali le differenze tra le due vertenze? Nella prima le persone uscirono utilizzando i benefici per la legge sull'amianto e vennero rimpiazzati da giovani. Nella seconda i giovani hanno sostituito tutti coloro che volontariamente hanno deciso di accettare il bonus. Nel primo caso, come studiò poi la professoressa Cecilia Cristofori, si sancì la generazione degli "Operai senza classe", nella seconda si cominciò a recidere il cordone ombelicale con quello che può essere sintetizzato come sistema delle Partecipazioni statali. Oltre all'Accordo di programma, Terni potrebbe beneficiare nell'ambito del progetto Vitality di Regione e Università di Perugia, della misura del Pnrr Biomat, incentrato sulla scienza e sulla tecnologia dei biomateriali e più nello specifico sui materiali "biobased", biooriginati, biocompatibili e sulle bioplastiche che potrebbe riqualificare la chimica ternana. Sempre nel 2024, l'Acciaieria festeggerà i 140 anni dalla sua fondazione. Fu il veneto Stefano Breda a fondarla. È con un imprenditore lombardo, che la comunità spera di poter proseguire il proprio cammino investendo sulla sostenibilità ambientale. Sotto questo punto di vista Acciai speciali Terni partecipa, insieme ad altre 30 aziende del territorio, al progetto Turn urban-regeneration che ha consentito di ricevere la certificazione Iso 37101, la prima per quanto riguarda un distretto. Una buona prassi a cui il sindacato ternano necessariamente si candida ad essere coinvolto ipotizzando la nascita anche di una Consulente per provare a ragionare non in una logica riparatoria quanto piuttosto ad accettare una sfida per una manifattura sostenibile da un punto di vista ambientale economica e sociale che coinvolga i lavoratori sostenendo, per esempio, la formazione permanente, la partecipazione alle politiche di sviluppo del territorio, il benessere aziendale e work life balance, il dialogo politico con gli stakeholder, ipotizzando accordi di secondo livello che possano portare soldi nelle tasche dei lavoratori. Perché farlo ora? Perché il nostro comprensorio da 180 mila persone, continua a disporre di eccellenze nella manifattura, pure quella umbra, attraverso la formazione all'insegna anche dell'intelligenza artificiale e degli Its. Anticipiamo i tempi invece di subirli come accaduto in passato.
Segretario Cisl Umbria, Responsabile Cisl Terni

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