Terni, la gaffe di Galliani e la citazione di Byron: così l'attore Stefano De Majo risponde al senatore

Terni, la gaffe di Galliani e la citazione di Byron: così l'attore Stefano De Majo risponde al senatore
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Domenica 27 Febbraio 2022, 22:15 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 09:15

TERNI - "Terni è orribile, Perugia è bellissima. C'è un abisso tra Terni e Perugia". Le parole dell'amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, hanno suscitato polemiche e prese di posizione nel secondo capoluogo umbro.

L'attore Stefano de Majo,che con i suoi spettacoli esalta le bellezze della conca, risponde al senatore Galliani con una lettera aperta, scherzosa, ironica.
"Dopo aver per anni dato spunto a comici nazionali con le sue note gaffe per via di battute fuori luogo  accompagnate da una mimica facciale a dir poco esilarante, questa volta il dirigente del Monza, già Milan, dall'alto del suo doppio incarico istituzionale di vice presidente della lega di serie B e ancor più di Senatore della Repubblica, che imporrebbe di essere super partes, ha dato  sfoggio di stile, eleganza e non comune cultura.

Galliani ha unito per elogiare Terni, accanto al giudizio su Perugia, definita a ragione "bellissima",  un concetto caro ai romantici di "orrido e sublime" che trova rispondenza proprio in quell'orribile citato non a caso da Galliani nel suo riferimento a Terni.

Quella definizione  "Terni è orribile" fa del buon Galliani un raffinato e moderno estimatore della città che fu tra le più amate dai futuristi nel primo novecento,  come già l'amò Byron nell'800.

Lord Byron - scrive de Majo- che amò e soggiornò a Terni  coniò in versi un magnifico manifesto di "in coming turistico" sull'orribile bellezza di questi luoghi grazie al quale per oltre tre secoli molti artisti e letterati convennero a Terni da ogni parte d'Europa, come tappa imprescindibile del loro Grand Tour. 

Viaggiatori giunti non solo come Galliani dalla Brianza ma da ogni altra nazione e capitale del vecchio continente,  furono attirati da quella "orribile bellezza" decantata da Byron  e così anche  pittori come Corot e Turner, poeti come Leopardi, Mary e Percy Shelley, scienziati come Galileo e Leonardo, letterati come Goethe e Moore, musicisti come Mozart, scultori come Canova e Thorvaldsen, Imperatrici come Maria Luisa d'Austria e molti molti altri si ispirarono nei loro soggiorni a Terni.

Nel museo di Storia di New York è esposta una lettera di un anonimo viaggiatore del Grand Tour che nel 1750 (cit.

Simona Menegon) dopo aver visitato le maggiori città d'arte italiane decantò il paesaggio di Terni, dalle Cascate alle montagne cave di Cesi, nonchè giova ricordare la citazione nel 1867 di  Hippolyte Tayne con cui definì la Valternana la sintesi tra la bellezza reale e quella ideale.

Sarà per questo che ancora oggi continuano a soggiornarvi viaggiatori, artisti e uomini di cultura che cercano il non visto e inconsueto che, come giustamente dice il buon Galliani, crea un abisso con altri tipici luoghi umbri.

Da ultimo nei mesi scorsi il Terni Falls Festival ha ospitato, solo per fare due nomi, la curatrice del Thorvaldsen Museum di Copenaghen Margrethe Floryan e il ritrattista ufficiale della Corona danese Lars Phisant ai quali sono serviti diversi giorni di soggiorno e visite guidate per poter apprezzare compiutamente  quella che nei secoli gli escursionisti inglesi hanno chiamato la Valle Incantata di Terni.

Ma a Galliani, che è un uomo di mondo, è bastata una mezza giornata, recandosi dall'hotel allo stadio Libero Liberati col suo Monza, per dare un giudizio misurato e competente dell'orribile bellezza e dell'abisso che separa Terni dall'altro capoluogo della regione.

Ha ragione infatti ancora una volta Galliani quando dice che tra Perugia (bellissima) e Terni (orribile) c'è un abisso, non so se anche qui abbia voluto citare "l'orrido abisso" di leopardiana memoria nell'ode alla luna o abbia preferito a quella stessa luna l'immagine dello stolto che invece della luna guarda il dito.

In ogni caso saprà bene il Galliani che se Perugia incarna la bellezza indiscutibile di ogni altro borgo umbro, tipicamente medievale e arroccato sulle verdi colline, Terni da par suo reca una storia unica e antichissima, la più antica di tutte, più degli etruschi e dei romani, la più antica di ogni popolo italico, secondo Plinio, Strabone, Dionigi e Scilace, una storia che portò gli Umbri (ovvero i ternani non gli etruschi)  fino alla foce del Po e al mare Adriatico.

Ma al tempo stesso Terni incarna una storia moderna, la più moderna di tutte, moderna poiché città futurista, città di velocità e trasformazione, città nata per dar lavoro agli operai giunti da ogni dove, dal Nord come dal Sud d'Italia, città poi rasa al suolo dai 108 bombardamenti, più di Roma e Milano e Perugia messe insieme, poiché Terni era il primo centro siderurgico italiano e secondo in Europa, città nuova e moderna perché ricostruita dalle macerie con il coraggio di chi non si da mai per vinto, perché è una Fera e si rialza ogni volta dall'orribile baratro e rinasce città unica e diversa, da sè stessa e da ogni altra.

Aspettiamo dunque Galliani come ospite a Terni e al Terni Falls Festival per commemorare prossimamente  tre personaggi che apprezzarono questa "orribile e sublime città",  ovvero Canova che qui acquistò terre e un palazzo di proprietà a Sangemini per soggiornarvi, Leopardi, che vi  passò e soggiornò più volte,  di cui la prima fu esattamente 200 anni fa, nel 1822, nell'occasione in cui fece il suo primo viaggio da Recanati proprio per recarsi dal Gran Canova (che proprio quell'anno morì) e ovviamente  Byron, il nostro tour operator, evocando con i loro versi immortali "l'orrido  abisso" che distingue dalle altre città "l'orribile bellezza" di Terni.

Che poi abbiamo anche noi i nostri Santi in paradiso, ma i nostri non sono politici, faccendieri o massoni. Noi abbiamo il Santo dell'amore".

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