L'allenatore Cristiano Lucarelli
al dibattito del partito comunista:
«Grazie allo sport salvato dalla droga»

L'allenatore Cristiano Lucarelli al dibattito del partito comunista: «Grazie allo sport salvato dalla droga»
di Sergio Capotosti
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Domenica 27 Settembre 2020, 09:39
“Shanghai” di Terni e quello di Livorno. Quartieri difficili che ieri si sono uniti idealmente nella lotta alla droga. Una piaga che il tecnico della Ternana Cristiano Lucarelli conosce bene. «Mi sono tenuto lontano da quel mondo lì grazie allo sport», ha detto il mister livornese in occasione del dibattito “Contro la cultura dello sballo” organizzato dal Partito comunista. E proprio lo sport deve essere l’arma in più da utilizzare contro le dipendenze, oltre alla prevenzione «che ormai non si fa più anni», per dirla con le parole dell’avvocato Massimo Carigani, uno che si occupa di sport e di tossicodipendenze da sempre.
«In quarant’anni non è cambiato niente», è stata l’amara considerazione dell’avvocato Carigani, per diversi anni anche presidente del Coni di Terni. «San Valentino e San Giovanni restano i quartieri dai quali provengono la maggior parte dei ragazzi che seguo per vicende legate alla tossicodipendenza», ha denunciato Carignani. Il motivo? «L’assenza di spazi di aggregazione, di centri sociali», oltre alla totale assenza di una politica della prevenzione. «Avere oggi un uomo di sport come Lucarelli è significativo. I giovani vanno indirizzati nel mondo dello sport», ha aggiunto Carignani. 
E la testimonianza toccante di Lucarelli è la prova che la strada indicata dall’avvocato può cambiare il destino dei ragazzi. «Sono cresciuto a Shanghai (come si chiama uno dei quartieri più difficili di Terni, Ndr ) una realtà popolare segnata da questo tipo di problematiche. Eravamo trenta ragazzi che frequentavamo “il muretto”. Molti sono morti a causa della droga, i pochi rimasti in vita sono in carcere. Io e mio fratello siamo rimasti lontani da quel mondo lì grazie allo sport», ha raccontato il tecnico rossoverde che non ha risparmiato un’autocritica al mondo del pallone. «Oggi lo sport non è accessibile a tutti se penso alle scuole calcio che possono costare anche 500 euro l’anno e no tutte le famiglie possono permetterselo», ha detto Lucarelli strappando applausi. 
Ma in cima a tutto deve esserci la prevenzione, prima, e il reinserimento sociale e lavorativo dopo, come ha sottolineato più volte Antonio Sabatini: «Oggi si accorgono che dai Serd o dai medici di famiglia escono legalmente droghe, come metadone e psicofarmaci, ben peggiori delle stesse sostanze stupefacenti. Il legislatore cosa ha fatto in questi anni? Il ragazzo che esce dalla Comunità di recupero viene rigettato nella società, ma senza piani di reinserimento sociale e lavorativo - denuncia Sabatini - tornano spesso a drogarsi, e così si crea un circolo vizioso che deve essere interrotto».
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