Città maschile, forte e dura? Il questionario fa discutere: il dibattito su come è Latina

Città maschile, forte e dura? Il questionario fa discutere: il dibattito su come è Latina
di Andrea Apruzzese
5 Minuti di Lettura
Sabato 12 Agosto 2023, 11:13

Un questionario le cui domande - ma soprattutto le cui risposte prestampate - hanno sollevato perplessità e in alcuni casi, ilarità. È quello proposto dal Comune di Latina nell'ambito del dossier per la candidatura della città a Capitale italiana della cultura 2026. Tante le reazioni sui social, in particolare alle risposte alla domanda: «Se Latina fosse una persona, che personalità avrebbe?». Le risposte possibili? Da "moderna" a "trendy" o "originale e vivace", ma anche "maschile", "forte e dura", e "con i piedi per terra".

Qualcuno ha avanzato dubbi: «Perché maschile senza femminile?». Oppure: «Perché forte e dura e non, che so, dolce e morbida?». Su Facebook i commenti si si sprecano. Si va da chi offre altre definizioni: "sonnolenta, fredda, antituristica e senza tradizioni", a chi osserva che "forse si intende una città che non considera abbastanza le esigenze della donna", a chi è tranciante: "un test imbarazzante: manca la possibilità di scrivere altro".

GLI INTELLETTUALI

Al di là di questo si ragiona sulla candidatura. «La trovo plausibile, ma, tra il plausibile e il possibile, c'è la necessità di colmare un gap - esordisce il regista Clemente Pernarella - Oggi Latina è distante anni luce dalla città ideale da candidare. La premessa è giusta dal punto di vista ideologico, ma poi nei fatti non esiste una città in grado di ospitare 12 mesi di attività e porsi alla nazione come faro e esempio. Se lo prendiamo come impegno, ne sono ben felice. Come "città del Novecento" è sicuramente la migliore candidatura possibile, che non sia solo però una questione architettonica e urbanistica, ma anche il racconto di un secolo sul sociale, sulle modifiche del contesto urbano».
Gli fa eco il regista Gianfranco Pannone che, a proposito delle domande e delle risposte del questionario, osserva che queste «danno l'idea di un'esigenza data dal fatto che Latina è ancora un po' alla ricerca della propria identità. Certo, poi le risposte rischiano di essere un po' semplicistiche. Forse, più che un questionario, servirebbe un dibattito pubblico, capire se ci sono progettualità, non necessariamente dall'alto, ma dal basso, non imponendo modelli; occorre ascoltare le voci della cultura, dell'università, della scuola. La città può aspirare a diventare Capitale della cultura? Io amo Latina e secondo me è una città che ha un suo fascino in quanto città nuova, ma la strada è lunga, ad esempio il teatro deve funzionare bene: se non hai un'offerta adeguata, come puoi candidarti? Bisogna aprire il teatro, collegare la stazione al centro, fare turismo culturale con le altre città nuove e creando un museo diffuso all'aperto. Ci sono tre anni davanti, si cresca».

COSA DICE LA POLITICA

Serena Baccini è la consigliera comunale FdI delegata proprio a seguire la candidatura. «E' sicuramente un'opportunità, vediamo se canalizzare tutte le nostre energie può portare cose buone. A breve ci confronteremo con gli altri partiti. Il questionario? L'ho fatto ieri. Le perplessità di alcuni cittadini sono anche le mie, in merito anche alla sostanza. Magari sarebbe stato opportuno che se ne discutesse prima».
Se il capogruppo della Lista Celentano, Enzo De Amicis, lo farà stamattina, critiche arrivano invece dall'opposizione. Valeria Campagna, capogruppo Pd: «Ci sono due grandi contraddizioni: la volontà di fare Latina capitale della cultura, quando la cultura non è una prooorità e non ha neanche un assessore delegato. Quanto al questionario non capiamo il senso di alcune singolari risposte e soprattutto può essere compilato più volte».
Non ha ancora fatto il questionario neppure Simona Mulé. «Mi sono programmata di farlo e non saprei dare indicazioni precise. Ma questo clima sulla candidatura, anche se partita tardi, ha comunque riacceso il dibattito sulla cultura». La segretaria di Lbc, Elettra Ortu La Barbera, sostiene invece che «manca una visione moderna di città e di cultura, manca il concetto di inclusione di giovani, bambini, anziani; definire una città "maschile" è già fuori luogo, meglio al limite chiedere il piatto di cucina che la rappresenta; chiedere poi solo un genere è indicativo di non essere adeguati ai tempi. Che significa poi "forte e dura"? Sembra voler usare un linguaggio di altri tempi e voler dare una connotazione per forza fascista. E poi il metodo: lo può compilare chiunque, anche non residente a Latina, e più volte: non mi sembra un approccio scientifico».

L'ASSESSORA E L'ATTIVISTA

Annalisa Muzio è l'assessora delegata a seguire la candidatura: «Il questionario è fatto da professionisti e quindi non lo commento. Sulla candidatura, stiamo riunendo la città intorno a una progettualità sana e sono stati già avviati tre tavoli tematici, con persone che si stanno già impegnando molto. L'Università La Sapienza ci ha concesso stamattina il patrocinio morale».
Anna Claudio Petrillo, attivista e organizzatrice a Latina del Lazio Pride di luglio, vede una «parte positiva: rendersi conto della necessità di creare percorsi partecipati e mi fa piacere», ma aggiunge: «Mi farebbe piacere che alla domanda sul genere, oltre a "uomo" o "donna" ci fosse anche "altro". Mentre le risposte offerte ci suggeriscono un identikit: un uomo, occidentale,forte e duro. Manca la possibilità di suggerire altro: è un immaginario già costruito che viene suggerito. Ma Latina non è una città immobile».
Non a avuto modo «di approfondire il questionario» anche il presidente della commissione Cultura, Claudio Di Matteo: «Ma ritengo sia una buona iniziativa: dobbiamo far sì che si possano esprimere le proprie idee».
 

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