«Le esportazioni di acciaio Indonesiano in Europa sono passate, nel giro di sei mesi, da meno del tre per cento al 18 per cento - spiega Enrico Gibellieri, uno dei massimi esperti italiani in materia di acciaio ed esperto per la siderurgia di industriAll, il sindacato europeo - e questo rischia di diventare un problema serio per Ast. Quando l'Europa ha deciso, attraverso un percorso chiaro e legale, non in maniera improvvisa, come ha fatto l'America, di attuare un sistema di dumping, non ha incluso l'Indonesia perchè quel paese esportava in Europa meno del tre per cento». I cinesi, però, hanno trovato la strada per aggirare il dumping. «Le aziende produttrici di acciaio in Indonesia - spiega Gibellieri - sono in realtà di proprietà cinese e quindi anche quelle aziende attuano nei confronti dell'Europa una concorrenza sleale. Perchè hanno aiuti di Stato e hanno costi molti minori per quanto concerne il costo del lavoro e la tutela dell'ambiente». Quindi, in realtà, si tratta delle stesse motivazioni per cui l'Europa ha deciso di porre dei dazi alla Cina: per concorrenza sleale.
Per questo nella lettera firmata sia da Eurofer sia da Industriall esportazioni arrivate al 18 per cento: «Per quanto riguarda i prodotti piatti laminati a caldo in acciaio inossidabile, l'Indonesia è passata da una quota di importazioni pari a 0% nel 2017 ad una sorprendente quota di importazione del 10,1% nel 2018. Più preoccupante, la quota di importazione indonesiana è aumentata vertiginosamente fino al 18,2% se si considera solo la seconda metà del 2018». L'appello alla Commissaria è di fare presto e salvaguardare la produzione di acciaio europeo inserendo anche l'Indonesia nella lista dei paesi da sottoporre al dumping al più presto.
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