Tifosi: sagome, app per i cori e drive in. Ecco come cambia il business delle squadre

Tifosi: sagome, app per i cori e drive in. Ecco come cambia il business delle squadre
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 15 Giugno 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:33

Sagome, cori registrati e virtual sky box. In attesa che gli stadi vengano riaperti, «spero a metà luglio» ha detto sabato il presidente della Figc, Gravina, le società di calcio reinventano il business. Nonostante gli introiti da botteghino non siano più da tempo al primo posto nella classifica delle entrate è pur vero che il tifoso resta il perno attorno cui ruota tutto lo spettacolo. Per capire la serie A lo scorso anno ha registrato ricavi da stadio per 302 milioni complessivi. La classifica è guidata dalla Juventus che, secondo alcune stime, ha ottenuto guadagni per circa 56,4 milioni. In pratica ogni spettatore ha generato introiti per 54 euro. Ecco allora che senza più queste entrate per i club il “brand extension” e la modifica delle “strategie di marketing” diventano fondamentali. In particolare l’obiettivo resta sempre quello di fidelizzare il tifoso anche senza che questi possa entrare allo stadio. Le società di calcio, infatti, stanno cercando di ampliare le proprie capacità attrattive, sia nei confronti dei supporters sia verso gli sponsor. 

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La prima idea è stata quella di colorare gli stadi. Come? I seggiolini vuoti riempiti con delle sagome (dimensione 75x45). Basta una foto, pagare una quota si va dai 19 euro del Borussia Moenchengladbach ai 40 euro della Lazio (un parte andrà alla Croce Rossa), ed il gioco è fatto. Ecco come finire nelle inquadrature della tv o in foto (saranno vendute a parte) fatte ad hoc per l’occasione. Il cartonato, una volta finita l’emergenza, sarà consegnato al tifoso. Impossibile brandizzare le sagome ma di certo l’occasione per stringere nuove partnership con aziende del settore. A Salerno invece con 10 euro si può acquistare una bandiera ufficiale del club che servirà a colorare lo stadio Arechi nelle gare casalinghe. Lo Spezia invece colmerà la distanza con la propria gente con delle magliette (acquistate dai tifosi) che saranno poste sui seggiolini. Eccoli i nuovi ricavi da marketing e merchandising. Il Midtjylland, club danese, per non rinunciare ai propri sostenitori ha inventato il calcio drive-in. Due maxischermi, circa 2000 auto e 10 mila tifosi. A questi vanno aggiunti i 3000 selfie con hashtag diventato trend topic su twitter. L’ingresso è gratuito ma sono state pensate tutta una serie di attività extra a pagamento. Se per i tifosi una “soluzione” si è trovata, quello che è più difficile da colmare è il silenzio degli stadi. Una stonatura incredibile per uno spettacolo da sempre “rumoroso”.
 

 


Ed è qui che il calcio entra nell’era virtuale attirando stakeholder diversi rispetto ai classici cui siamo abituati. App e realtà aumentata per vivere la gara “come allo stadio”. Basta un click per scaricare “Il Dodicesimo”, un’applicazione che raccoglie, mixa e trasmette l’audio dello smartphone di singoli tifosi che stanno guardando un evento live. Il flusso viene equalizzato e fornito al broadcaster che può utilizzarlo come effetto sonoro da associare alla telecronaca. Inoltre funziona come un social network, diviso in sezioni a seconda della squadra scelta dall’utente in fase di registrazione. Insomma cori da stadio pronti a playlist da indicizzare su Spotify. Non solo tifosi perché anche i partner commerciali ripensano all’evento. A breve saranno presentati i “virtual sky box”. I classici salottini vip degli stadi. Chiaramente si pagherà un ticket e si potrà assistere all’evento immersi nel brand scelto o da cui si è invitati. Un altro pozzo per i club e i presidenti: negli stadi i posti degli sky box sono limitati, nell’etere lo spazio è infinito.

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