Le big della Premier all'attacco: si studia una superlega alternativa alla Champions

Le big della Premier all'attacco: si studia una superlega alternativa alla Champions
di Benedetto Saccà
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Mercoledì 2 Marzo 2016, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 15:50
L’idea, in fondo, serpeggia da anni. D’altra parte è evidente che ormai i grandi club europei si siano ampiamente stancati di condividere la smisurata torta economica con le piccole società. Di riflesso, l’ipotesi di una Superlega del pallone ha cominciato ad assumere una forma e una sostanza. Per esemplificare, sarebbe una sorta di Cinque (o Sei) Nazioni del calcio.

Così ieri, a leggere il tabloid inglese Sun, i dirigenti di cinque società della Premier League si sono riuniti nell’hotel Dorchester di Londra per muovere le prime pedine sulla scacchiera. Ad animare
l’incontro sono stati Ed Woodward, il vice presidente del Manchester Utd; Bruce Buck, il presidente del Chelsea; Ivan Gazidis, l’amministratore delegato dell’Arsenal; Ferran Soriano, l’ad del Manchester City; e Ian Ayre, l’ad del Liverpool.

Terrorizzati dalla possibilità (o dalla probabilità) legata a una partecipazione di squadre come il Tottenham o, peggio, il Leicester alla prossima Champions League, le regine d’Inghilterra hanno deciso insomma di disegnare mappe e delineare i primi scenari. Va ricordato d’altronde che appena qualche settimana fa l’amministratore delegato del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge, aveva dettato la via. «Una grande Lega Europea sotto il tetto della Uefa o sotto un tetto privato. Un campionato con una ventina di squadre, al quale potrebbero partecipare squadre italiane, tedesche, inglesi, francesi e spagnole», aveva illustrato.

Vien da sé, a questo punto, una e un’unica domanda: come si strutturerebbe questa Superlega? Bisogna subito annotare che neppure gli inventori ne hanno un’idea esatta, almeno al momento. Volteggiano giusto sussurri, grida, qualche bozzetto, radi schizzi a matita. In linea puramente teorica, la Uefa o un ipotetico consorzio europeo dovrebbe selezionare venti club nelle pieghe della Premier League, della Serie A, della Liga, della Bundesliga e della Ligue 1.

A voler stilare una lista, ad esempio, potrebbero partecipare il Manchester Utd, il City, l’Arsenal, il Chelsea, il Liverpool; la Juventus, il Milan, l’Inter, la Roma, il Napoli; il Real Madrid, il Barcellona, l’Atletico Madrid, il Valencia; il Bayern Monaco, il Borussia Dortmund, il Wolfsburg, lo Schalke o il Bayer Leverkusen; il Paris Saint-Germain e il Lione.

Ammesso (e non concesso) che la Uefa ratifichi una rivoluzione del genere, passando dunque una mano di bianco su una leggenda come la Champions, agli organizzatori spetterebbe il compito di elencare i sistemi di accesso e di (eventuali) promozioni e retrocessioni. Lunghissima, insomma, appare ancora la strada, e nemmeno così definita da assicurare un cammino e una destinazione certi. Anche perché, come ricordato dalla Uefa stessa, «i contratti per Champions League ed Europa League sono firmati fino al 2018, quindi fino a quella data, non vi sarà alcuna modifica nelle coppe europee»

 
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