Bayern Monaco-Lazio, Immobile per la storia: Ciro ha battuto i tedeschi due volte su tre

Domani alla Lazio basta il pari per volare ai quarti

Bayern Monaco-Lazio, Immobile per la storia: Ciro ha battuto i tedeschi due volte su tre
di Alberto Abbate
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Lunedì 4 Marzo 2024, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 19:46

ROMA Capitano-amuleto. Immobile sa come battere il Bayern Monaco. Incredibile, ma vero, il suo bilancio contro i tedeschi è in saldo positivo: tre presenze, due vittorie (una nel 2014 in Supercoppa di Germania con la maglia del Borussia Dortmund), un gol. E che gol. Quel rigore trasformato all'andata, con un destro glaciale dal dischetto, regala ora più di una speranza per domani sera, culla il sogno di un'altra impresa nel ritorno degli ottavi di Champions. I quarti rappresentano il traguardo più ambito, l'apice raggiunto una sola volta nella storia dalla Lazio. Sarri può eguagliare Eriksson, per questo venerdì sera ha preservato Ciro contro il Milan dall'inizio. Il bomber era spremuto, è subentrato a Castellanos, non è riuscito a deviare dentro un cross di Isaksen né a trasformare in oro un diagonale angolato. A fine gara era furioso come il resto dei compagni per il ko (che relega la Lazio al nono posto) e l'arbitraggio di Di Bello. È stato fermato nel parapiglia al triplice fischio mentre inseguiva Okafor per evitare, oltre la beffa, un altro danno. Quindi ha sfogato sui social, sotto un post di Pellegrini, tutto il suo disappunto: «Pure scusa chiedi? Ma qui si può parlare? No perché in campo non si poteva, c'era il vigile che te lo impediva di farlo». Ora stop, bisogna convogliare tutta questa rabbia del campionato strozzato nella partita della vita a Monaco. Anche Sarri è stato chiaro e ieri lo ha ribadito a Formello.

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LA PENURIA

Al di là di ogni torto subito, bisogna tornare al tiro e ritrovare i gol dell'attacco, dopo tre gare in cui sono arrivati solo dal centrocampo. Anche le ali devono essere più imprevedibili per far volare la Lazio. Zaccagni e Felipe sono ancora a caccia del loro primo centro in Champions e del rinnovo: a proposito, l'entourage del brasiliano è infuriato per l'appuntamento disatteso a Formello ed è pronto ad accelerare l'addio, se non ci si siederà a un tavolo subito. Solo Pedro sinora si è sbloccato contro il Celtic Glasgow, prima di diventare la quarta scelta nel tridente offensivo. Isaksen aveva trovato una rete inutile col Bologna, subito dopo l'andata col Bayern Monaco. E allora tutte le strade riportano sempre e solo a Ciro, a quel gol decisivo. Sguardo fisso, Olimpico col fiato sospeso, pallone dentro e Neuer battuto. Il 60° rigore segnato con la maglia biancoceleste domani sera peserà tanto: «Non mi sentivo così sicuro di tirarlo, ma è il mio mestiere. Peccato non aver sfruttato anche le altre occasioni in vista del ritorno». In ogni caso, quell'1-0 consente al club capitolino di lucidare due risultati su tre, basta anche il pareggio.

I NUMERI

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E prendersi il prossimo, se Spalletti non lo ignorerà anche dopo marzo. Il penalty del primo confronto è stato il gol numero 206 con la maglia della Lazio, quattro giorni dopo il 200° nel campionato italiano. Il capitano era tornato a segnare con continuità con 3 centri in 3 gare di seguito, exploit che non gli riusciva da quasi un biennio. Ora è a secco di nuovo da 4 partite, il palcoscenico europeo può e deve rianimarlo. La media in Champions, da quando è a Formello, è da urlo: 4 gol in 7 partite che, uniti a quelli del 2020-21, salgono a 9 in 12 gare, uno ogni 95'. Questi sono i ritmi di Immobile, per l'ottava annata di fila in doppia cifra con la maglia biancoceleste e ora anche l'8° italiano con più reti nelle coppe europee dietro Inzaghi, Del Piero, Altobelli, Totti, Vialli, Simone e Roberto Baggio. Il bis col Bayern Monaco per portare la bandiera ancora più in alto.

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