Il musicologo Bietti: «L’amore secondo Mozart in pillole d'opera e di passione»

Il musicologo Giovanni Bietti
di Simona Antonucci
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 09:22

«L’amore in Mozart seduce in mi bemolle maggiore, sia quando prende forma nelle inquietudini adolescenziali di Cherubino (ogni donna mi fa palpitar), sia quando scoppia con la rabbia di Donna Elvira (quel barbaro dov’è... che per mio scorno amai) o introduce la Contessa... donna matura, bisognosa di ristoro. Fremiti, passione e palpiti che diventano musica, giocando sulle mille sfumature di una nota mordida e le voci degli stessi strumenti clarinetto, fagotti, corni e archi».

Giovanni Bietti, su youtube, su Facebook e Instagram tv del Teatro dell’Opera, costruisce ponti immaginari tra le grandi opere e il grande pubblico, trasformando in una pillola che va giù, in un solo sorso, anche i capolavori lirici più impegnativi. Si chiama appunto l’Opera in pillole, la rassegna prodotta dal Teatro dell’Opera, di puntate live, tra i 10 e i 15 minuti l’una, che va in onda in diretta, per riempire il vuoto che si è creato con la chiusura dei teatri.

Bietti, divulgatore, compositore, musicista e musicologo, accompagnandosi al pianoforte, riproduce il dietro le quinte dei titoli, svela le tecniche, ma anche i vezzi dei compositori, vita, morte e miracoli di un’aria, partendo da una figura specifica, per poi dilatarla attraverso i secoli o la produzione di un singolo autore.

I segreti della melodia di Puccini? «Era un Maestro nel costruire strategie riproducibili in situazioni simili». Il Lamento nell’opera? «Quasi sempre un susseguirsi di note in discesa a rappresentare una persona che si ripiega su stessa, lamentosa, appunto». La Tempesta, la Follia («quelle frasi irregolari che imitano il disordine mentale»), Il crescendo rossiniano, Il Finale d’atto, La scena di caccia, Il recitativo, Il Fuori scena, Il contrasto espressivo, La dialettica dei sentimenti, La Tempesta, Il leitmotiv di Wagner, Wagner nell’opera italiana di fine ‘800, Le “melodie lunghe” di Bellini: pochi minuti con qualche intervallo musicale, e anche il più “digiuno” ascoltatore si ritrova al fianco di Don Giovanni che incalza Zerlina o a stringere la mano Mimì.

«Le persone», racconta Bietti, «hanno una voglia incredibile di capire quello che vanno a sentire. E una volta partecipi non rifiutano nulla. Soprattutto i ragazzi. Ma purtroppo, in Italia, mancano gli strumenti per divulgare e per conoscere. Cominciando dalle scuole, dove l’insegnamento musicale è sparito».

Il ciclo su youtube è il seguito social degli incontri che il musicologo tiene al Teatro Costanzi, alla vigilia di ogni debutto, al Parco della Musica, alla Filarmonica romana, su Radio Tre ogni sabato e domenica mattina. Bietti ha insegnato composizione al Conservatorio di Catania ed Etnomusicologia a Urbino, ma non ha mai smesso di tenere concerti-conferenze, anche al Teatro alla Scala, al Festival MITO, all’Accademia di Santa Cecilia o al Teatro La Fenice.

«Chiunque può avvicinarsi all’opera. Muovendo i primi passi in un repertorio di grandi classici, come La Traviata, Le Nozze di Figaro, Carmen. Storie che appassionano tutti, perché affrontano sentimenti e situazioni attuali, tensioni sociali proprio come quelle che stanno scuotendo il mondo dopo la morte di George Floyd». 

Le prossime puntate sono dedicate a Verdi (Sinfonie e Preludi), a Il Diabolus in musica, La scena di magia («Dissonanze, strumenti inusuali per una combinazione di suoni che evochi l’ultraterreno»), Il Concertato e L’esotismo. «C’è così tanto da scoprire», conclude Bietti, «che si potrebbe andare avanti all’infinito. Donizetti avrà composto un centinaio di opere, quelle che si ascoltano sono sei, forse sette. Ma non bisogna scoraggiarsi perchè di Pillola in Pillola si costruisce un archivio di emozioni, sorprese, passioni». 

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